Volkswagen ripudierà Golf per l’elettrica ID.3?

di Nicodemo Angì, Autoconnesse.it

Coronavirus permettendo, il lancio dell’attesa Volkswagen a batterie dovrebbe avvenire in pochi mesi ma a Wolfsburg dovranno forse scegliere tra Golf o ID.3. Se diciamo Volkswagen si pensa subito al Maggiolino e/o a Golf, con i “diversamente giovani” più legati alla mitica Beetle. La Golf, nata dalla leggendaria matita di Giorgetto Giugiaro, è stata epocale per Volkswagen perché l’ha salvata. Pensiamo al Maggiolino, un best seller globale fino alla metà degli anni ’60, quando iniziò un declino divenuto drammatico all’inizio degli anni ’70. Vw lanciò altri modelli, come la 411 derivata dal Maggiolino e la K 70 su progetto NSU, ma nessuno ebbe il successo sperato. Le cose si stavano mettendo decisamente male quando nacque la Golf prima serie, disegnata da Giugiaro.

Modelli di svolta

L’architettura era nuova: abbandonato il boxer posteriore (raffreddato ad aria) e la trazione “dietro” si passò a trazione e motore anteriori e al raffreddamento ad acqua. Siamo nel 1974, ma c’era stata Passat nel 1973, Scirocco un anno dopo e Polo nel 1975, tutte agli antipodi di Beetle. Ma perché mai Volkswagen dovrebbe anche solo pensare al dualismo Golf o ID.3? Il motivo non è un mistero arcano, ma sta nei numeri di un comunicato stampa ufficiale di Vw. Quando si legge che “Volkswagen ID.3 è meno costosa delle automobili con motore a scoppio comparabili” si capisce che qualcosa di importante sta avvenendo. Il consigliere di amministrazione Thomas Ulbrich non si nasconde dietro le parole quando dice che “con ID.3, l’auto elettrica diventerà conveniente“. Si potrebbe quindi pensare che l’ID.3 potrebbe essere la Golf del terzo millennio, il prossimo modello-cardine per Volkswagen.

Aggiornamenti e batterie

Sembra quindi che Vw sia riuscita a superare gran parte delle difficoltà che i costruttori legacy hanno incontrato nel concepire modelli elettrici. A onor del vero qualche difficoltà ce l’ha anche Volkswagen, dato che il software delle prime ID.3, a differenza della meccanica, sembra stia dando grossi problemi. La questione potrebbe essere risolvibile senza grossi traumi dato che la ID.3 sarà la prima elettrica aggiornabile basata sulla piattaforma modulare elettrica MEB. Volkswagen introduce quindi gli update Over-The-Air sulla falsariga di quanto fatto da sempre in casa Tesla, una tecnologia adottata anche da Fiat sulla nuova 500 elettrica. Leggiamo testualmente: “Le prime ID.3 avranno la versione corrente del software e le funzioni digitali verranno aggiornate periodicamente”. Volkswagen si sta organizzando, salvo i possibili imprevisti dati dalla situazione globale, per consegnare quasi contemporaneamente le 30.000 ID.3 1st Edition prenotate in Europa. Le batterie della ID.3 saranno disponibili con 45, 58 e 77 kWh e sono assemblate nello stabilimento Volkswagen di Brunswick riunendo celle prismatiche.

Più moduli, più km

Le celle sono organizzate in moduli e il pack da 77 kWh (550 km WLTP) ne contiene 12, ognuno dei quali conta 24 celle. Il numero dei moduli determina la capacità della batteria e lo stesso pianale ne può accogliere 7 per 45 kWh (330 km) e 9 per 57 kWh, che promettono 420 km. Il tutto è pensato per la piattaforma skateboard: batteria lunga da una ruota all’altra, larga, sottile e sistemata in basso per un baricentro ottimale. Ogni cella contiene 0,27 kWh, quindi più grande rispetto a Tesla – azienda che punta molto sulla produzione delle batterie in house – che riunisce migliaia di “pile” poco capaci per ottenere i pack. L’approccio di Volkswagen, che era andata contro VDA, l’Associazione tedesca dei costruttori, per la sua tiepidità verso le elettriche, sembra essere efficace.

Prezzi competitivi

Leggiamo infatti che “La versione base con la batteria da 330 chilometri costa meno di € 23.430 in Germania una volta scontato il bonus statale”. Una cifra comparabile a quella della Golf in versione Life e “le offerte in leasing facilitano l’acquisto ma in futuro le elettriche avranno un prezzo interessante anche senza incentivi”.

Se la “ID.3 del Popolo” fosse ben rifinita come altre Volkswagen, potrebbe essere un vero bestseller, l’auto da famiglia a emissioni locali zero. Aggiungiamo, sempre citando Vw, che in Germania le ID.3 risparmiano circa 840 euro/anno sulle spese vive. Nessuna tassa, manutenzione ridotta, si risparmia sul “carburante” e, dato che i guidatori delle elettriche sono mediamente più consapevoli e meno “rischiosi”, anche sull’assicurazione.

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Costi in discesa

La meccanica è molto più semplice e l’elettronica, pur ipertrofica, non è costosissima: il maggior fattore di costo delle elettriche è la batteria. Ma come si collega il tutto alla scelta Golf o ID.3? Maarten Vinkhuyzen, di Cleantechnica, ha preparato un grafico che paragona i costi dei powertrain endotermici di vari segmenti con quello di un’elettrica con batteria da 60 kWh. Quest’ultimo costo è praticamente guidato da quello delle batterie, che è in discesa costante. Ai tempi della Tesla Model S, intorno al 2012, il costo era competitivo con auto del segmento F (Bmw Serie 7, Mercedes Classe S, Audi A8. La sua discesa ha poi consentito alla Model 3 di competere con le Bmw Serie 3, Audi A4, Vw Passat e Mercedes Classe C.

 

Osborne in agguato?

I powertrain elettrici diventeranno quasi sicuramente competitivi persino con quelli delle city-car, considerato che le norme sulle emissioni fanno aumentare il costo di quelli convenzionali. Si paventa, quindi, l’effetto Osborne, in sintesi la cancellazione di una acquisto sapendo che a breve arriverà un modello o una tecnologia migliore. Il nome deriva all’azienda informatica Osborne Corporation, attiva negli anni ‘80 nel settore dei personal computer. Nel 1983 il fondatore Adam Osborne annunciò i successori del Modello 1, gli Executive e Vixen, in un evento stampa riservato. La notizia trapelò e i rivenditori annullarono così tanti ordini dell’Osborne 1, nonostante gli fosse stato detto che i successori non l’avrebbero sostituito, che l’azienda fallì. Volkswagen non rischia certamente questo destino, ma chi ha provato le elettriche spesso le reputa superiori ai modelli con motore endotermico. Di più, chi ne possiede una afferma che non comprerebbe più veicoli con motore a scoppio.

Simile ma più grande

Con questi elementi possiamo capire perché si può pensare alla possibile apertura di un “vaso di Pandora “ per Vw, un bivio tra Golf o ID.3. Già nell’agosto del 2019 Ralf Brandstätter, Chief Operating Officer di Volkswagen Passenger Cars, disse: “L’eliminazione del motore a combustione ci offre un’architettura completamente nuova”. Con la conseguenza che “si avrà un veicolo con lo spazio interno di una Passat nelle dimensioni di una Golf”. Vw annuncia quindi che arriverà un’automobile grande come una Golf ma più spaziosa (il passo guadagna 12,9 cm rispetto alla Golf 8), silenziosa ed economica. Il risparmio sarà sul costo totale di possesso e anche sul prezzo d’acquisto, che viene promesso concorrenziale anche senza incentivi. Volkswagen sembra molto sicura di sé, anche perché fornirà la piattaforma MEB a Ford con grandi economie di scala. Di più, a Wolfsburg si parla della piattaforma MEB come di un futuro standard industriale per i veicoli elettrici. Golf o ID.3?

Le versioni sportive e di prestigio di Golf non dovrebbero soffrire ma quelle più economiche potrebbero subire la concorrenza interna di ID.3. Solo il tempo potrà chiarire la situazione, ma in ogni caso Vw dovrà sfoggiare una pianificazione attenta e molto “tatto” verso i concessionari. Le elettriche avranno, infatti ,una manutenzione molto ridotta e quindi i ricavi del service (alquanto interessanti) saranno grandemente erosi.

Il Cigno Nero del coronavirus, una tragedia prima di tutto umana e poi sociale e industriale che speriamo finisca presto, sposterà sicuramente in avanti l’ora della verità. In ogni caso, pensiamo che a un certo punto la scelta tra Golf o ID.3 si porrà, sia agli automobilisti sia a Volkswagen.

 

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