Volkswagen Maggiolino: non sarà mai dimenticato
di Piero Evangelisti
E’ quasi impossibile immaginare come si vivesse il Natale nel 1945 a Wolfsburg, in Bassa Sassonia, in mezzo alle macerie del gigantesco stabilimento costruito per produrre l’ “auto del popolo”, eppure proprio in quei giorni, il 27 dicembre, venne completato i primo esemplare di quella vettura futuribile progettata da Ferdinand Porsche, la Typ 1 che sarebbe poi divenuta il Maggiolino costruito in milioni di esemplari. Una storia che fa bene ripassare.
Volkswagenwerk Gmbh era sottoposta all’amministrazione fiduciaria del Governo Militare Britannico e gli inglesi intendevano utilizzare la Vw Typ 1 per funzioni di trasporto urgenti necessarie nella loro zona di occupazione. Fu il pragmatismo britannico che in sostanza protesse la fabbrica dalla imminente demolizione. L’ufficiale residente Maggiore Ivan Hirst ebbe un ruolo chiave in questi sviluppi. Furono la sua lungimiranza e la sua inventiva che gli permisero di avviare la produzione di automobili negli anni dei razionamenti, caratterizzati dalla mancanza di materie prime. Con il suo entusiasmo per la tecnologia e le auto, la sua concretezza e la determinazione, riuscì a trasformare uno stabilimento bellico in un’industria civile in un tempo molto breve.
Protagonista della rinascita
Già ad agosto del 1945 il Governo Militare Britannico aveva commissionato un ordine per 20.000 vetture. L’avvio della produzione fu un segno visibile di un nuovo inizio e di speranza per una fabbrica che, per la fine della Seconda guerra mondiale, era stata in gran parte distrutta. Le prime berline Volkswagen lasciarono la linea di produzione poco dopo Natale: un regalo ad appena otto mesi dalla fine della guerra. Per la fine del 1945, erano state prodotte 55 vetture, ma nel 1946 divennero circa 1.000 le auto costruite ogni mese, venne istituito un sistema di vendita, l’assistenza ai clienti e dal 1947 iniziarono le esportazioni.
Con il nome non ufficiale di Maggiolino, la berlina Volkswagen è diventata uno dei modelli di auto più popolari al mondo. La durata e le quantità della sua produzione hanno superato numerosi record: la Volkswagen ha smesso di costruirla in Messico solo nel 2003, dopo 21.529.464 unità fabbricate, di cui circa 15,8 milioni in Germania.
Speriamo che a tempo debito si ricordi la Fiat 124, la quale ha colonizzato tutto il mondo influenzato dall’ex.URSS e circola ancora in molti di quei Paesi. E’ stata l’altra world car. Ma si sa, noi Italiani vediamo solo l’erba del vicino.
A proposito di Est europeo, se fate un po’ di “tram cab rides” nelle città dell’area, noterete che non circolano auto italiane, nemmeno in Polonia dove c’è uno stabilimento Fiat (ma noi compriamo i loro bus a manciate), se si eccettuano i soliti Iveco Daily, Fiat Doblò e Fiat Ducato, che effettivamente sono molto più diffusi internazionalmente della stessa 500.