Veicoli industriali: si mette molto male

Veicoli industriali: si mette molto male

di Franco Fenoglio, presidente di Unrae Veicoli Industriali

Sconfortante il quadro dei numeri (-47,2% in giugno e -34,5% nel primo semestre 2020) ma tanto più deludente e inspiegabile la persistente disattenzione del Governo verso il settore dell’autotrasporto, che dopo essere stato osannato per aver garantito i rifornimenti durante il lockdown, affrontando seri rischi sanitari, viene di nuovo dimenticato quando si tratta di fornirgli sostegni validi – non solo economici – alla ripresa, e ancor più decidere un contributo strutturale per consolidare la sua competitività in Europa.

Le proposte che la stessa Unrae, insieme con le altre organizzazioni imprenditoriali dell’autotrasporto e della filiera automotive interessata hanno ripetutamente sollecitato, per dare forza alla ripresa dopo la pandemia non hanno finora avuto alcun riscontro concreto.

Chiedevamo un aumento del credito di imposta fino al 2025, l’azzeramento o una riduzione significativa delle tasse alle imprese almeno per un anno, l’istituzione di prestiti a lungo termine senza interessi e maggiori garanzie bancarie agli operatori del settore. A quanto ci risulta, nemmeno una di queste proposte è stata finora presa in considerazione e resa operativa dai competenti organi decisionali dello Stato.

Neppure i contributi 2019-2021 per gli investimenti nell’autotrasporto, già previsti per legge, hanno subito quella accelerazione che ci sembrava auspicabile, oltre che possibile, nelle procedure di assegnazione: nel darci assicurazione che i rispettivi iter burocratici sono stati avviati, i competenti organi del ministero delle Infrastrutture dei Trasporti confermano peraltro che la fase operativa dovrebbe essere avviata nel prossimo ottobre. Quando la precedente si è chiusa ad aprile!

Ci pare, inoltre, che si stia perdendo l’occasione di dare una mano sostanziale al sistema autotrasporto, non solo attraverso interventi di carattere fiscale o finanziario, ma anche attraverso la messa in opera di semplificazioni a costo zero per lo Stato, realizzabili ad esempio in tutte le operazioni relative ai veicoli, dalla loro identificazione certa al momento delle prove per l’omologazione e l’immatricolazione, fino ai servizi di assistenza e revisione, per favorire non solo il rinnovo del parco, ma anche una sua più razionale gestione, in funzione di maggior competitività e sostenibilità.

 

A settembre i nodi prodotti da ritardi e dimenticanze verranno al pettine. Non vorremmo allora che la conta delle aziende scomparse e dei lavoratori rimasti senza occupazione nell’autotrasporto, e nel suo indotto automotive, svelasse brutalmente una debolezza molto difficile da recuperare, che andrà oltre i dati negativi del momento e ridurrà drasticamente l’efficienza strategica di un comparto economico essenziale, ampiamente dimostrata ma riconosciuta solo a parole.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *