Fase 2 e veicoli industriali: le proposte di Unrae

Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche per il mese di aprile 2020 il Centro Studi e Statistiche di Unrae ha elaborato una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 t che indica una perdita di -58,4% rispetto all’aprile del 2019 (990 unità immatricolate contro 2.379), portando il consolidato dei primi quattro mesi del 2020 a -25,7% sullo stesso periodo del 2019 (6.258 unità contro le 8.425). Nel settore dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16t, ad aprile 2020 si è registrata una caduta del -59,2% rispetto ad aprile 2019 (799 unità immatricolate contro 1.957) che porta ad un calo di -25,2% il quadrimestre gennaio-aprile 2020 (5.203 unità immatricolate contro 6.959). Con l’obiettivo di esaminare la situazione e avanzare proposte di soluzione per affrontare l’emergenza e dare nuove più solide basi allo sviluppo del comparto dell’autotrasporto, anche a sostegno del rinnovo del parco – sempre più urgente – Unrae ha tenuto una conferenza stampa online, alla quale hanno partecipato circa trecento rappresentanti della stampa di settore e d’opinione, di aziende, associazioni di categoria e della Pubblica amministrazione. Dopo un breve saluto di presentazione del direttore generale di Unrae, Andrea Cardinali, ha preso la parola Franco Fenoglio, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae (nel Forum pubblichiamo il suo intervento), il quale ha innanzitutto identificato quali sono le ragioni per le quali l’autotrasporto italiano continua a perdere competitività e quote di traffico internazionale, affermando che se in Italia “è un’impresa fare impresa”, fare autotrasporto significa scontrarsi quotidianamente con le difficoltà che nascono da burocrazia, carico fiscale elevato, costi del carburanti e del lavoro non competitivi e carenze infrastrutturali. Il tutto derivante da una ormai storica inefficienza del sistema Paese, che non ha messo in atto alcuna strategia di sviluppo nazionale del settore. Circa le previsioni di ripresa, Unrae ha prospettato due scenari: il primo (best case) prevede una lenta ripresa delle attività produttive e commerciali nel mese di giugno, con il mercato dei veicoli industriali che recupera, fermandosi intorno a un -30%; il secondo (worst case) prevede che le attività produttive e commerciali riprendano solo a settembre, nel qual caso l’impatto sul mercato sarà più pesante, portandolo a una perdita che potrebbe aggirarsi sul 40% rispetto al 2019.

Unrae ha quindi avanzato una serie di proposte per interventi di sostegno alle imprese e misure strutturali di medio termine a supporto del mercato. Per sostenere le imprese, anche con riferimento a quelle dell’autotrasporto: aumento del credito di imposta dal 6% al 12% fino al 2025 con rimborso in unica soluzione; azzeramento o riduzione significativa delle tasse alle imprese per 12/24 mesi; prestiti a lungo termine (10/15 anni) senza interessi; maggiori garanzie bancarie alle imprese. Interventi strutturali di sostegno al mercato: istituzione di un fondo triennale per il rinnovo del parco circolante (veicoli Euro VI o alimentazione alternativa); possibilità di acquisto di usato su usato (con contestuale rottamazione di veicoli ante Euro V); proroga di 6 mesi del superammortamento, in scadenza a giugno 2020; emanazione urgente dei decreti attuativi per la concessione degli incentivi 2019 – 2020; pagamento degli incentivi per investimenti non ancora erogati dal 2017. Intanto, le associazioni dell’autotrasporto denunciano oggi una situazione prossima al collasso. L’allarme viene lanciato in particolare dalle organizzazioni che rappresentano le piccole e medie imprese. Nelle stesse condizioni di prossimità al collasso, anche in conseguenza della “catena” che lega i settori dell’autotrasporto e della filiera dei veicoli commerciali e industriali, si trovano le aziende che gestiscono la vendita e l’assistenza dei veicoli, in grande maggioranza piccole e medie imprese fortemente dipendenti dal fatturato.

 

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