“Rivoluzione idrogeno“: il libro di Alverà
Il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico sono i grandi problemi della nostra generazione, ma le misure di mitigazione adottate fino a oggi per contrastarli non hanno portato i risultati sperati. Senza un intervento drastico per ridurre le emissioni di CO₂, nel 2100 la temperatura media del pianeta aumenterà di quattro gradi; sappiamo che ne bastano solo tre per provocare gravi conseguenze. Per scongiurare il rischio, serve un massiccio intervento di decarbonizzazione planetaria, con un approccio sovranazionale e trasversale dei vari comparti energetici, in grado di promuovere il lavoro, le attività economiche e migliorare gli standard di vita. L’emergenza Covid, infatti, ha dimostrato che non possiamo vincere la sfida climatica fermando tutto.
L’idrogeno, l’elemento più abbondante dell’universo, può essere la soluzione da affiancare all’elettricità rinnovabile perché consente di trasformare l’energia solare ed eolica in un combustibile efficiente, facile da trasportare, stoccare, distribuire e utilizzare, con il grande vantaggio di essere illimitato e pulito. Utilizzando le infrastrutture esistenti, l’idrogeno può portare energie rinnovabili in settori complessi da decarbonizzare come l’industria, il riscaldamento e il trasporto pesante, dove l’impiego dell’energia elettrica risulta difficoltoso. Può promuovere uno sviluppo più equo: molti Paesi produrranno energia a basso costo dal sole o dal vento, utilizzandola per alimentare il loro sviluppo e per esportarla. Ma soprattutto può contribuire a soddisfare in modo pulito il fabbisogno energetico di una popolazione in continua crescita, favorendo prosperità, produttività e sicurezza.
Con il suo libro “Rivoluzione idrogeno”, la piccola molecola che può salvare il mondo (Mondadori, 144 pagine, 18,90 euro), Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, parla della sfida più importante per la nostra generazione – quella ambientale – con una prospettiva costruttiva e ottimista, sottolineando il ruolo dell’idrogeno per il futuro del pianeta.
Alverà è un manager che ha maturato un’esperienza ventennale nelle più importanti aziende energetiche italiane. Ha lavorato in Enel, Eni e, dal 2016, è amministratore delegato di Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo. Snam è stata tra le prime aziende a livello globale a sperimentare l’immissione di una miscela di idrogeno e gas naturale nella propria rete di trasporto e ha lanciato, negli ultimi anni, startup nei settori dell’idrogeno, del biometano, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica e della forestazione.
Alverà è attualmente amministratore non esecutivo di S&P Global, membro del Consiglio generale e del Comitato direttivo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, presidente di Gas Naturally (partnership tra associazioni che rappresentano l’intera filiera del gas naturale e rinnovabile in Europa) e Visiting Fellow dell’Università di Oxford. È vicepresident di Fondazione Snam, che mette a disposizione le capacità realizzative di Snam per promuovere lo sviluppo sociale dei territori italiani. Con suo fratello Giorgio e i suoi cugini ha fondato a Milano la Fondazione Kenta, ente non profit che promuove l’arte, la scienza e la lotta alla povertà educativa.