di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
Dopo quattro mesi di segno positivo e una chiusura del primo semestre 2021 in rialzo a doppia cifra (+27,1%), sebbene ancora lontana dal recupero dei volumi pre pandemia, a luglio il mercato auto europeo registra una significativa battuta d’arresto, con le nuove immatricolazioni in calo del 23,6%. I cinque major market (incluso Uk), nel complesso, riportano una flessione più pesante rispetto alla media del mercato (-27%), e sono tutti in calo a due cifre: la Francia con il ribasso più marcato (-35,3%), seguita da Regno unito (-29,5%), Spagna (-28,9%), Germania (-24,9%) e Italia (-19,2%). Ad agosto, mese dai volumi tradizionalmente bassi, il mercato europeo cala un po’ meno (-18,1%), ma i major market, per il secondo mese consecutivo, riportano forti flessioni a doppia cifra: Spagna -28,9%, Italia -27,3%, UK -22%, Germania -23% e Francia -15%.
Mentre ancora si stanno scontando le conseguenze della pandemia, il perdurare della crisi di approvvigionamento dei microchip, destinata ad accompagnarci, secondo le previsioni degli analisti, fino a 2022 inoltrato, rende particolarmente complicata la gestione di una ripresa già di per sé lenta, causando rallentamenti e blocchi sulle linee produttive e nelle consegne dei nuovi veicoli. In prospettiva, quindi, è fondamentale lavorare ad una nuova strategia europea per la catena di fornitura dei microchip, in modo che l’Ue diventi si svincoli, almeno in parte dalla dipendenza dai Paesi asiatici su questo fronte. Al contempo, resta alta l’attenzione sull’impatto di una possibile ulteriore accelerazione della transizione all’elettrificazione – ipotizzata dalla Commissione europea con le proposte del pacchetto normativo Fit for 55, che rischia di mettere al bando i motori tradizionali a partire dal 2035 – sul tessuto industriale italiano ed europeo, in grado di affrontare questa sfida solo potendo contare su un piano strategico per la riconversione produttiva, che in Italia ancora manca. Le proposte del pacchetto normativo devono ora passare al vaglio del Parlamento europeo: lo scorso 6 settembre è stato affidato alle commissioni Ambiente, Trasporti, Industria e Affari economici il compito di esaminarlo.
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