Corsa all’elettrico: attenzione a non fare come Tafazzi

di Chicco Testa, presidente di FISE Assoambiente – (da un’intervista all’agenzia AGI)

 

Il Governo dovrebbe creare un comitato per realizzare un rapporto scientifico sugli effetti della transizione energetica in Italia. Spero che il Governo abbia studiato gli effetti economici della transizione sull’economia italiana. Quali saranno i benefici veri. Perché con l’1% o con il 9% (la quota di emissioni di CO2 rispettivamente di Italia e Europa) non cambi la storia. Non mi pare che ci sia qualcuno che stia studiando le conseguenze economiche della transizione green sulla nostra economia. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, lancia giustamente degli allarmi. Mi sembra che ci stiamo imbarcando in un’impresa nobile senza aver fatto bene i conti. Si corre il rischio dell’indebolimento dell’industria senza aver individuato filiere alternative.

 

Sarà molto difficile produrre la quantità di energia richiesta dagli obiettivi europei, realizzata da fonte rinnovabile perché in Italia ci sono delle resistenze enormi anche sulle energie verdi. Bisognerebbe studiare bene e avere un rapporto sulle conseguenze economiche e le opportunità per l’Italia dalla transizione ecologica. Un bel rapporto su cui ragionare. E poi ci dovrebbe essere un organismo scientifico serio che sovraintenda a tutta questa transizione. Perché la transizione si farà. È inutile stare a discutere su quanto è allarmista il rapporto dell’Onu sul clima. Lo abbiamo capito tutti che bisogna fare delle cose.

 

Ma in questo quadro bisogna capire quali sono le cose da fare, quelle migliori, quelle che costano meno e quelle che salvaguardano gli interessi economici del nostro Paese. Sull’invito della Casa Bianca all’Opec ad aumentare l’offerta di greggio, il mondo è pieno di notizie contraddittorie. Oggi ne ho letto tre. La prima diceva che la Germania sta estendendo una miniera di carbone che già copre alcune decine di chilometri quadrati. La seconda che Biden ha dato al’autorizzazione per scavare 2.000 pozzi petroliferi e la terza che sempre il presidente Usa ha chiesto ai Paesi Opec di produrre più petrolio per raffreddare i prezzi dall’inflazione galoppante. Tutto questo mentre, sempre Biden la settimana scorsa, aveva detto che bisogna fare il 50% di auto elettriche.

 

Questo significa che tutti vogliono la transizione ecologica, ma tedeschi e americani difendono i loro interessi nazionali. Siccome l’Europa pesa per il 9% di emissioni totali e l’Italia per l’1% non vorrei che noi fossimo i primi della classe che però fanno la fine di Tafazzi… La domanda che bisogna porsi è: le politiche che vengono proposte sono efficaci? Se come pensano molti ambientalisti la soluzione si trova esclusivamente nelle fonti rinnovabili siamo ben lontani dal risultato perché sappiamo benissimo che non si risolvono i problemi energetici di Cina, India, Pakistan, Indonesia solo con le fonti rinnovabili per evidenti problemi di dimensioni e continuità.

Forse possiamo pensare che l’auto elettrica potrà affermarsi in Europa. Ma come si può ipotizzare in città come Lagos, Nairobi, Nuova Delhi o Giacarta dove ci sono milioni di automobili e sono Paesi con reti elettriche tenute insieme con lo spago? Allora la mia domanda è: chi venderà auto in quei Paesi? Toyota, che ha eletto come mercati di riferimento la Cina e l’India e non l’Europa. E noi, nel frattempo, ammazziamo la Fiat, la Mercedes, la Bmw? In questa discussione non capisco nemmeno quali siano i punti di forza dell’Italia. Almeno i tedeschi hanno idee abbastanza chiare e puntano su alcuni settori: l’idrogeno, l’eolico offshore.

 

 

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