Elettrico: prove generali di “suicidio” industriale europeo

 

La folle corsa all’elettrico offre un nuovo colpo di scena: dal 2026, la tedesca Audi fermerà sviluppo e lancio di nuovi motori a combustione, con l’obiettivo di proporre, negli anni successivi, solo a-u-t-o  e-l-e-t-t-r-i-c-h-e. Per i motori termici, cioè a benzina e Diesel, prende così sempre più forma la lenta agonia fino a quando (tanto per restare in argomento) sarà staccata del tutto la spina. Già, ma quando? L’annuncio è arrivato dal Ceo di Audi, Markus Duesmann, il quale ha però affermato che la strategia potrebbe subire variazioni a seconda dei vari Paesi. In Cina (ma non solo, aggiungiamo), ad esempio, la richiesta di motori tradizionali potrebbe proseguire almeno fino al 2033.

 

Da una parte, dunque, la volontà di Audi di produrre solo auto elettriche dal 2026 è sicuramente coraggiosa, ma dall’altra c’è il rischio che – al di là delle normative Ue – la Casa dei quattro anelli possa andare incontro a non pochi rischi se non a un vero flop. Le sue auto, sicuramente non alla portata di tutti, per di più se con alimentazione a batteria, si dovranno infatti soprattutto vendere. Come reagirà il mercato? Non è un azzardo anticipare così tanto i tempi? Non conviene attendere gli sviluppi (anche se Duesmann nutre – ma è sincero al 100%? – non pochi dubbi su ulteriori benefici nella riduzione delle emissioni) sulle omologazioni Euro 7, tuttora in discussione a Bruxelles?

 

Il Gruppo Volkswagen, di cui Audi fa parte, è sempre più “stregato” dall’elettrico, tecnologia alla quale ha deciso di destinare un fiume di miliardi. Già, ma cosa accadrà nei suoi stabilimenti? Perché si continua, a livello istituzionale, a non dare spazio, nella discussione in corso, alle potenzialità “green” dei carburanti sintetici? E perché, al riguardo, la stessa Europa ha deciso di portare al “suicidio” la sua industria di motori termici, leader nel mondo?

 

Fanno riflettere le parole di Gabriele Allievi, ad uscente di Bosch Italia: “Ci stiamo immolando a favore degli asiatici, in Europa ci sono moltissimi posti posti di lavoro a rischio“. Forse e come al solito bisognerà attendere i primi esuberi e licenziamenti, per non dire chiusure di fabbriche, per capire quanto pericolosa sia questa folle (e molto ideologica) corsa all’elettrico.

 

 

13 Comments

  1. Antonio Ancora says:

    questa mania del’elettrico ormai dilaga compresa nel pot pourri che la vede totem del politicamente corretto,della eivendicazione dei diritti lgbt,di blm,metoo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.Ha ragione l’ad di Bosch:ci stiamo stupidamente immolando a favore dei produttori asiatici,stiamo creando le condizioni per la messa in liquidazione coatta dell’intero comparto dei motori termici,con conseguenti tragiche risultanze industriali ed occupazionali.Sono nauseato da tutto cio’ non comprero’ MAI un auto elettrica,la lascio a fighetti radical chic e talebani della falsa ecologia

  2. Antonio says:

    elettrico valido ma buttar via 100 anni di evoluzione dell’endotermico non sembra attuale, il problema non sono i motori ma i combustibile, decisamente meglio se l’Audi avesse realizzato la produzione promessa di combustibile sintetico che pareggerebbe se non altro il bilancio di emissione di cow

  3. agosvac says:

    Ho sempre sostenuta e continuerò a sostenerla la totale inutilità anzi l’estrema pericolosità delle auto elettriche o ibride. A molti sfugge che almeno il 90% della produzione di elettricità è oggi ottenuta da centrali termoelettriche ovvero funzionanti con idrocarburi. In pratica l’energia richiesta per il funzionamento di queste auto è direttamente proporzionale alla loro diffusione ed altamente inquinante. Ma c’è molto di più: questi deficienti stanno mettendo i nostri figli nella situazione di dovere smaltire materiali estremamente inquinanti come le batterie essenziali per fare funzionare le macchine elettriche o le ibride. Molti Paesi hanno abbandonato o ridimensionato il nucleare proprio per la difficoltà dello smaltimento delle scorie radioattive. I materiali con cui sono fatte le batterie sono altrettanto pericolosi delle scorie radioattive anche se, ovviamente, in maniera diversa. Siamo in mano a dei folli e nessuno riesce a liberarsene!!!!!

    1. “A molti sfugge” perché è falso: solo lei non sa che in Italia oltre il 40% della produzione elettrica proviene da FER. Inoltre i materiali di cui sono fatti le batterie sono in circolazione da decine di anni e non solo non sono pericolosi, ma possono essere (e vengono) riciclati in percentuali superiori al 90%. Persino la Volkswagen ha avviato a Salzgitter un impianto per il riciclo dei metalli contenuti nelle batterie. Provi un po’ lei a riciclare il fumo che le esce dallo scappamento. A scrivere di cose di cui non si sa nulla si rischiano solo figuracce.

  4. Marco says:

    Qualcuno ricorda che il 90% delle terre rare indispensabili x le tecnologie attuali ,comprese batterie e dintorni, sono in mano cinese?
    Se porranno dei limiti alla loro distribuzione come manderemo avanti queste vetture?con i pedali di scorta?
    Il vero futuro è solo nell’idrogeno!leggete le dichiarazioni del Sig.Toyoda

  5. agosvac, parole sante. Purtroppo il mondo e’ pieno di imbecilli !

  6. valli rodolfo says:

    sono d’accordo con i commenti 1 e 2

  7. Francesco says:

    Elettrico significa inquinamento e stupidità. Prezzi elevatissimi, autonomia limitatissima, ricarica lunghissima. Chi vuole un auto così poco efficiente e così costosa??

  8. Lorenzo says:

    Elettrico oggi e una cavolata commerciale infinita.
    Per produzione elettrica siamo ancora dipendenti per oltre 60% da combustibili fossili, un aumento di consumo elettrico andrà pari pari a riflettersi su maggiore consumo fossile.. tanto vale bruciare benzina con le vetture piuttosto che farlo bruciare da centrali termiche (e perdere corrente durante trasporto , ricarica e varie altre riconversioni).
    Inoltre non dimentichiamo che la quantità di energia necessaria per produrre un pacco batterie è superiore alla quantità di energia che le stesse immagazzinerà no ed entreranno nel ciclo utile di vita (1 batteria da 1w con 1000 cicli ricarica –> 1kw.. oggi necessita di 1,7 kW energia per venire prodotta).
    Nemmeno l’economia.. quando mancheranno i soldi da accise su carburanti tasseranno elettrico per autotrzazione, rendendole certo meno convenienti .
    Il vero Green sta nell’idrogeno; idrolizzando acqua in ossigeno ed idrogeno quando le fonti rinnovabili saranno sufficienti a generare un surplus energetico (e non fino ad allora), bruciando idrogeno (riconvertendolo in acqua) nei motori termici.
    Dimenticando anche gli assurdi tempi di ricarica che ad oggi sono improponibili per uno che fa utilizzo massaggio della propria vettura.

    Questo sarà il vero 0 emissioni, non questa pagliacciata finta Green fatta solo per vendere qualche auto in più e far guadagnare vagonate di soldi alle case costruttrici.

  9. Gianni says:

    Partendo dal presupposto che nulla di positivo scaturisca dall’elettrico a parte i soliti mega ricavi per pochi eletti, chiedo precisazioni sull’elettrico per autotrazione: che significa? Oltre alle colonnine sparse in ogni dove ed equiparate ai distributori, verranno eseguiti calcoli sulle bollette della corrente domestica per estrapolare abbondantemente la percentuale di Kw utilizzata per le ricariche e convertirla in tasse e accise? Occhio ad accendere un forno, una lavatrice e un condizionatore contemporaneamente perchè si pagheranno nuovamente i contributi per la guerra di Etiopia e per i terremoti del nord est, sbaglio ?

    1. Redazione says:

      E chi ripagherà lo Stato delle accise derivanti dai carburanti che andranno perse? Sono 40 miliardi e sicuramente non noccioline.

  10. antonio says:

    Stanno trattando i consumatori come decelebrati volendo imporre a tutti i costi le macchine elettriche per far fare soldi a qualche elite che ha investito in produzione di batterie . Per fortuna la gente non ci casca e le macchine elettriche marciranno nei piazzali dei produttori che dovranno fare dieci passi indietro e tornare ai motori a combustione se non vogliono fallire .

    1. Redazione says:

      L’imposizione è sbagliata, ritengo che a prevalere debba essere sempre la libera scelta in un ventaglio di proposte efficienti reali. Purtroppo, il settore intero ha le sue gravi colpe per quello che sta accadendo.

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