Luigi Onorato, Senior Partner, FSI Innovation Leader Monitor Deloitte
Studio di Deloitte: nuova mobilità, impatti e opportunità
La nuova mobilità è un fenomeno industriale concreto e sempre più strategico per diversi settori industriali, sia per quelli storicamente connessi al mondo dell’auto sia per altri non tipicamente legati alla mobilità. Le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti del comportamento dei clienti stanno, infatti, delineando una forte trasformazione e sono sempre di più gli operatori che, a vario titolo, stanno investendo per avere un ruolo in questo nuovo ecosistema. Per fare luce sui principali trend che stanno influenzando le nuove soluzioni di mobilità, si è svolta a Roma la 3a Conferenza nazionale sulla Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility.
In occasione dell’evento, Deloitte ha presentato un’analisi industriale e sociale relativa agli scenari presenti e futuri della nuova mobilità, inclusiva dei risultati di un’indagine demoscopica condotta, in collaborazione con SWG, a livello nazionale e internazionale (Paesi coinvolti: Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia).
In un contesto di forte discontinuità nel mondo della mobilità, Deloitte, attraverso il proprio centro di competenza Future of Mobility, ha definito un modello in cui è possibile delineare quattro scenari futuri di mobilità che potranno avere tempi di affermazione differenti e che potranno coesistere (“Incremental change”, “A world of Carsharing”, “The driverless revolution”, “Shared autonomous”). Lo studio presenta, inoltre, una serie di strategie e interventi concreti, coerenti con le esigenze espresse e latenti dei cittadini, per rendere florido il contesto industriale e accelerare l’evoluzione in corso.
Commenta Luigi Onorato, Senior Partner, FSI Innovation Leader Monitor Deloitte: “La nuova mobilità non è una visione, ma un cambiamento necessario che di fatto è già in corso, come testimonia il crescente numero di offerte e servizi innovativi spinti anche da nuovi operatori tradizionalmente non legati al mondo della mobilità. Affinché si arrivi però a un pieno sviluppo e utilizzo delle nuove forme di mobilità, occorre che operatori istituzionali e privati mettano in campo iniziative mirate. Ad esempio, in Italia, solo metà degli intervistati conosce i benefici delle nuove forme di mobilità. Questo dato, per certi versi sorprendente, anche perché riferito alle forme più diffuse e conosciute di Nuova Mobilità, come Carsharing e Noleggio a Lungo Termine, mette in luce come gli operatori privati abbiano ancora molto da fare in termini di offerta. Nella nostra analisi proviamo a proporre una ‘ricetta’, coerente con le esigenze espresse e latenti dei cittadini, per favorire un pieno sviluppo ed utilizzo delle nuove forme di mobilità”.
La mobilità è un problema quotidiano che condiziona la qualità della vita, con un forte impatto sulla sostenibilità ambientale
Per 1 italiano su 2 (e per il 61% nelle grandi città) la mobilità ha un impatto negativo sulla qualità della vita, poiché influenza il tempo libero (73%), ha un costo rilevante (73%) e limita le scelte familiari (64%). Mobilità e sostenibilità sono strettamente legate: 9 su 10 ritengono che le scelte sui mezzi di trasporto possano contribuire positivamente sull’ambiente. Sei intervistati su 10 reputano non più necessario l’utilizzo di veicoli a combustibile fossile. Otto italiani su 10 sono propensi a sostituire in futuro l’attuale mezzo di trasporto con uno meno inquinante, ma il prezzo dei veicoli ecologi rappresenta un ostacolo al cambiamento per il 43% degli intervistati.
Commenta Onorato: “Per 6 intervistati su 10 la mobilità oggi è ancora una fonte di preoccupazione. C’ò è particolarmente vero per chi abita nei grandi centri urbani, come Milano, Roma, Parigi e Londra. Tempo libero, scelte familiari e gestione del bilancio familiare risentono dell’inefficienza del settore della mobilità. Inoltre, gli impatti negativi della mobilità non si limitano alla sfera privata: il 79% degli italiani considera la mobilità la principale causa dell’inquinamento ambientale in quanto responsabile della qualità dell’aria che respiriamo, contro una media europea che si attesta al 63%”.
“La mobilità, tuttavia – continua Onorato – è vista anche come elemento chiave per la sostenibilità ambientale: 9 cittadini italiani su 10 concordano, infatti, sul fatto che le scelte sui mezzi di trasporto possano contribuire positivamente sull’ambiente. Inoltre, rispetto al panorama europeo, in Italia si rileva una maggiore predisposizione all’abbandono di veicoli alimentati a combustile fossile (6 italiani su 10 non li ritengono più necessari, rispetto al 37% degli europei). 8 italiani su 10 (67% in Europa) si dicono, infine, propensi a sostituire il loro attuale mezzo di trasporto con uno meno inquinante, seppur ancora frenati dal prezzo di veicoli ecologici, che rappresenta un ostacolo al cambiamento per il 43% degli intervistati.”
L’evoluzione tecnologica delle soluzioni di mobilità non ha migliorato l’esperienza di movimento degli utenti
I mezzi di trasporto maggiormente utilizzati dagli italiani rimangono l’auto privata (al primo posto, 57%), seguita dai mezzi pubblici (23%). Nelle grandi città, al contrario, sono i trasporti pubblici la forma di mobilità più utilizzata dai cittadini (45%), seguiti dall’auto privata (39%). Sette italiani su 10 non vedono alcun miglioramento nel livello di servizio del trasporto pubblico e associano alla mobilità un’esperienza negativa (58%). La metà degli italiani considera l’auto solo un mezzo utile per spostarsi, mentre 1 su 3 dichiara di “esservi affezionato”.
Commenta Onorato: “Gli evidenti progressi della nuova mobilità non sembrano aver favorito in Italia un miglioramento dell’esperienza di trasporto. Infatti, se da un lato i cittadini valutano positivamente il miglioramento della qualità dei veicoli in termini di sicurezza e di performance (66%) e apprezzano l’accesso a nuove forme di mobilità alternative al possesso dell’auto (61%), dall’altro, 7 italiani su 10 non vedono alcun miglioramento nel livello di servizio del trasporto pubblico e associano alla mobilità un’esperienza negativa (58%)”.
“Questo contesto – aggiunge – deve inoltre essere valutato in uno scenario in cui la relazione con i veicoli di proprietà sta evolvendo: la quota di chi dichiara di “essere affezionato” alla propria auto (1 su 3) è infatti minoritaria rispetto a chi la considera soltanto un mezzo utile per spostarsi (circa la metà degli intervistati) e questo rapporto diminuisce ulteriormente con l’avanzare dell’età. Utilizzare l’auto, quindi, riflette una logica sempre più utilitaristica che esperienziale e spesso è una necessità in assenza di alternative.”
La nuova mobilità è conosciuta da tutti ma poco utilizzata, per limitata disponibilità e comprensione dei suoi vantaggi
Le nuove forme di mobilità sono note agli intervistati ma poco utilizzate: il Carsharing, ad esempio, è la formula più nota (83%), ma solo l’8% vi ricorre abitualmente. Per la metà degli intervistati (54%) l’utilizzo dei servizi di nuova mobilità aumenterà nei prossimi tre anni. Per il 42% degli intervistati lo scarso utilizzo dei nuovi servizi di mobilità dipende principalmente dalla loro limitata presenza sul territorio. Due italiani su 3 (74% nelle grandi città) ritengono non soddisfacenti le infrastrutture private e pubbliche dedicate alla mobilità (come i posteggi dedicati ai veicoli condivisi, le colonnine di ricarica per le auto elettriche o le piste ciclabili): la percezione italiana in questo frangente si discosta da quella europea (54%) e ancor di più da quella finlandese (37%).
Dichiara Onorato: “Le offerte di nuova mobilità, per quanto molto conosciute dai cittadini italiani, rimangono ancora scarsamente utilizzate. Ad esempio, i servizi di Carsharing risultano conosciuti dall’83% degli italiani, ma vengono utilizzati abitualmente solo dall’8%, così come quelli di bike sharing che, sebbene siano noti al 73% degli intervistati, vengono sfruttati abitualmente solo dal 6%”.
“L’ostacolo principale, secondo il 42% degli intervistati, risiede nell’assenza dei servizi sul territorio – puntualizza Onorato -. Tuttavia, se si isolano le grandi città, dove l’offerta di mobilità alternativa è presente, rimangono dei vincoli all’utilizzo di questi nuovi servizi, che possono essere ricondotti a quattro macro ambiti: la limitata comodità/ flessibilità; il prezzo, considerato troppo elevato; la complessità d’utilizzo; la scarsa conoscenza degli operatori che forniscono il servizio. A questi si aggiunge la scarsa disponibilità di strutture a sostegno delle nuove forme di mobilità, come i posteggi dedicati ai veicoli condivisi, le colonnine di ricarica per le auto elettriche o le piste ciclabili”.
È necessario un servizio di nuova mobilità che sia accessibile, facile da utilizzare ed economico
Alla scelta delle forme alternative di mobilità, 9 italiani su 10 ritengono il vantaggio economico l’elemento più importante. Il 59% degli italiani è propenso a condividere i propri dati in cambio di sconti su servizi di mobilità. Sette italiani su 10 considerano la semplicità di accesso al servizio un elemento indispensabile, ma ritengono l’offerta ancora poco chiara, nonostante gli sforzi degli operatori. Il 43% degli italiani si dichiara interessato ad acquistare un pacchetto “unico” di mobilità che permetta al “viaggiatore” diutilizzare molteplici modalità di spostamento in logica seamless. Sette italiani su 10 reputano che l’offerta sia ancora poco chiara anche in riferimento alle modalità più diffuse e conosciute (Carsharing e Noleggio a Lungo Termine). Solo metà degli intervistati in Italia sa che le vetture in Carsharing possono usufruire di parcheggi gratuiti o che possono entrare gratuitamente in alcune zone ZTL.
Onorato: “La nuova mobilità deve saper intercettare i bisogni dei consumatori e offrire loro benefici tangibili quali politiche di pricing personalizzate, una value proposition chiara e la possibilità di usufruire di un unico punto di accesso capace di integrare tutte le opzioni di trasporto attive in un determinato territorio.”
Pronti a valutare nuovi operatori anche provenienti da settori non tradizionali
Sei intervistati su 10 non conoscono servizi di mobilità offerti da importanti operatori tradizionalmente non legati al mondo della mobilità. Tre italiani su 4 (68% in Europa) si dicono aperti alla possibilità di acquistare servizi di mobilità da operatori tradizionalmente non legati al settore.
Conclude Onorato: “In questo contesto sia i cittadini italiani che europei si dicono pronti ad un cambio di passo, aperti anche a player provenienti da settori non tradizionalmente legati al mondo dell’Auto: infatti, 4 italiani su 5 non escludono che operatori tradizionalmente non legati alla mobilità siano in grado di offrire servizi di mobilità. Questo dato è particolarmente vero quando si parla di aziende riconosciute che operano in settori industriali tradizionali quali: Energia (75%), Assicurazioni (74%), Technology (74%) e Banche (58%). A fronte di queste riflessioni industriali e sociali, appare evidente come la mobilità non sia unicamente una visione di lungo periodo, bensì un cambiamento già in corso. La nuova mobilità, oltre ad avere un potenziale significativo in termini di miglioramento della qualità della vita e di sviluppo della sostenibilità ambientale, è un trend industriale concreto e sempre più strategico per i diversi settori; la sua piena diffusione, pertanto, non risulta più essere un tema di “se”, piuttosto di “quando”.