Women’s World Car of the Year: l’auto in musica

Un elenco di classici del rock, del blues, del soul, del country, ma anche di canzoni che ricordano percorsi, macchine e viaggi: la lista che ogni automobilista sogna di ascoltare una volta a bordo ora è disponibile su Spotify, creata dai membri della giuria del Women’s World Car of the Year (per l’Italia c’è Ilaria Salzano). Obiettivo? Riuscire a immergersi per quasi cinque ore nella migliore musica “da strada” di tutti i tempi. Un inedito regalo da parte delle 43 giornaliste automotive (rappresentanti di 35 Paesi del mondo), pensato gli chi ama stare ore al volante. Quando Bonny Rice scrisse per la prima volta Mustang Sally, nel 1965, sicuramente, non si aspettava diventasse una delle canzoni più ascoltate sul genere: la popolarità arrivò con l’incisione del singolo da parte di Wilson Pickett: per la prima volta da quando nacque l’automobile, era ufficialmente una donna a mostrarsi interessata all’auto, e non un uomo (Sally, appunto!). Parte così la compilation del WWCOTY e per fare qualche esempio, seguono successi come Pink Cadillac di Bruce Springsteen; Highway to Hell degli AC/DC; Little Red Corvette di Prince; Maybellene di Chuck Berry; Drive my Car dei Beatles; Mercury Blues della Steve Miller Band: tutte “Road songs” iniziate a emergere con le Beat Generation degli anni ’50 e ’60. Molti giovani cercavano di distinguersi dai loro genitori, rifiutando il loro vivere convenzionale, il modo di vestire e le auto che guidavano. Volevano veicoli sorprendenti che difficilmente si sarebbero potuti permettere. L’industria automobilistica, ancora in difficoltà dopo la seconda guerra mondiale, vide questa tendenza come un’opportunità di business, iniziando a produrre auto sportive con motori V6 e V8 a prezzi accessibili: nacquero leggende come la Chevrolet Corvette, la Ford Mustang e la Pontiac Firebird. Erano muscle car, veicoli in grado di percorrere la Route 66 che Jack Kerouac aveva immortalato nel suo libro On the Road. Inizialmente The Mother Road (come si chiamava allora), da Chicago (Illinois), attraversava il Missouri, il Kansas, l’Oklahoma, il Texas, il Nuevo México, l’Arizona e la California, finendo a Los Angeles. Un percorso totale di 3.940 km (2.449 miglia), fonte di ispirazione per tanti artisti: Nat King Cole fu il primo, cantando la famosa hit (Get Your Kicks On) Route 66, scritta da Bobby Troup, nel 1946: la ritroviamo nella playlist Women’s World Car of the Year, così come successi di The Rolling Stones, Depeche Mode, Manhattan Transfer che hanno reso omaggio alla strada, molto probabilmente, più famosa del mondo.

«Da sempre è il percorso, e non la meta, a fare il viaggio – commenta Marta Garcia, presidente esecutivo WWCOTY -. Per concludere la compilation, dunque, abbiamo scelto anche hit di altre età in grado di ingurgitare chilometri di asfalto con piacere: Going Mobile dei The Who; From a Buick 6 di Bob Dylan; Highway Star dei Deep Purple: tutte dimostrano che le “Road songs” sono più vive che mai». Women’s World Car of the Year è l’unico riconoscimento automobilistico al mondo che comprende esclusivamente giornaliste automobilive. È stato creato dalla giornalista neozelandese Sandy Myhre nel 2009. A oggi è presidente onorario, mentre Marta García è presidente esecutivo. 

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