Volvo verso i 90 anni con vendite in aumento

di Piero Evangelisti

In gennaio Volvo Cars ha fatto segnare un aumento delle vendite mondiali di oltre il 5%. Crescere è sempre un dato positivo in un mercato globale composto da tante realtà, e oltre 35mila immatricolazioni non sono un risultato trascurabile per un marchio che finalmente, nella considerazione dei clienti, è entrato a far parte del segmento premium (per i contenuti c’era già da tempo). Le scandinave con la sacra diagonale e il simbolo del ferro che attraversano la loro calandra dal 1927,  si avviano dunque a celebrare il novantesimo compleanno con ottime performance, soprattutto  in Cina, la patria di Geely, la Casa che controlla la marca svedese. Anche l’Europa dà il suo contributo alla crescita (+6,2%) con in prima fila la Svezia (+15,2%) dove Volvo è rimasto l’unico marchio nazionale. Mancano all’appello gli Stati Uniti che negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso assicuravano alla Casa di Göteborg un quarto delle vendite globali (e il primo posto tra i costruttori europei) e che oggi valgono circa il 10% con vendite in calo del 18% nel primo mese dell’anno. La fabbrica che Volvo sta costruendo in South Carolina arriva con 23 anni di ritardo sull’impianto produttivo di Bmw, a Spartanburg e poco meno su quello della Mercedes, di Tuscaloosa, due stabilimenti che hanno contribuito alla escalation dei blasoni tedeschi sul mercato d’Oltreoceano dove immatricolano centinaia di migliaia di unità l’anno ciascuno. Il futuro dell’automobile, forse, anche per Volvo, non è soltanto la Cina.

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