Volkswagen e il Dieselgate italiano: archiviazione in vista, Codacons in guerra

 

«Mentre nel resto del mondo la vicenda Dieselgate ha portato a pesanti condanne e multe salatissime per la Volkswagen, l’Italia rischia di essere l’unico Paese dove la falsificazione delle emissioni finirà con un nulla di fatto». Lo denuncia il Codacons, dopo lo scoop pubblicato dal “Corriere del Veneto” secondo cui la Procura di Verona avrebbe scagionato i vertici di Volkswagen Group Italia, chiedendo l’archiviazione per i sei indagati dal reato di frode in commercio. Archiviazione che si baserebbe sull’assenza di dolo a carico degli accusati e sul rischio prescrizione dei reati.

«Si tratta di una decisione scandalosa contro cui presenteremo immediata opposizione, chiedendo al Gip di rigettare la richiesta di archiviazione – afferma il Codacons, che nell’indagine è parte offesa in rappresentanza degli automobilisti truffati -. La richiesta della Procura si basa su presupposti del tutto errati, e rischia di configurare un immane spreco di soldi pubblici: il rischio prescrizione e l’assenza di dolo erano infatti da tempo noti ai Pm, ma si è comunque proceduto a complesse perizie e relazioni tecniche sulle  auto Volkswagen che hanno avuto un costo ingente per la collettività. Sarebbe bastato modificare i capi di imputazione, inserendo reati ambientali – considerate le conseguenze delle emissioni falsificate sui livelli di inquinamento – per i quali non esiste alcuna prescrizione, consentendo così all’inchiesta di proseguire ed evitando un immenso spreco di soldi pubblici».

Per tale motivo il Codacons e i proprietari di auto Vw che l’associazione rappresenta, oltre a presentare formale opposizione alla richiesta di archiviazione, depositeranno un esposto alla Corte dei Conti del Veneto, affinché verifichi eventuali danni sul fronte erariale prodotti dall’inchiesta della Procura scaligera. «Se sarà confermata l’archiviazione, l’Italia sarà l’unico Paese al mondo dove la vicenda Dieselgate finirà a tarallucci e vino, senza sanzioni per la casa automobilistica e senza condanne – commenta il presidente Carlo Rienzi – Uno scandalo che rappresenta una beffa per migliaia di automobilisti raggirati, e che non fa onore al nostro Paese».

 

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *