Vitale, Car sound designer: “Così do una voce alla Mini Elettrica”
di Roberta Pasero
Silenzio, suona Mini Cooper SE, la compact british premium in versione elettrica. Fa vibrare nell’aria una partitura di profumi e rumori della natura trasformati in emozioni acustiche, di note musicali che si susseguono sulle strade come sul pentagramma della jam session di una grande orchestra. Eppure anche Mini, come tutte le auto elettriche, non ha voce. E guidarle é un po’ come suonare un silent piano, un pianoforte dove i tasti non toccano le corde e la musica rimane sospesa, immaginata, rinviata.
Ma che suono ha il silenzio? Chiedetelo a Renzo Vitale, sound designer che nel quartier generale del marchio a Monaco di Baviera regala la voce a tutte le auto di Bmw Group, e dunque alla gamma, non soltanto elettrica, di Mini, Rolls-Royce e Bmw. Vi accompagnerà in un viaggio musicale che ha ricostruito per noi attraverso le esperienze sensoriali tecnologiche degliOpen Lab Caimi, i laboratori di un’azienda d’eccellenza alle porte di Milano specializzata in materiali fonoassorbenti di design e nella ricerca in campo acustico, tra la camera riverberante dove si verificano le misure acustiche, e la camera anecoica, quella del silenzio assoluto.
“Anche il silenzio è una forma di comunicazione, un elemento del suono. Non é assenza, é presenza. Aiuta a percepire la nostra presenza, a scoprire i nostri sentimenti e tante cose su di noi.Per le automobili elettriche il silenzio é una tela bianca sulla quale dipingere i vari suoni, che sono mezzi di espressione di una automobile. Il suono é come una voce che la macchina usa per comunicare con noi, che ci consente di riconoscerla. E che dovrebbe trasmettere informazioni, far notare la sua presenza e allo stesso tempo innescare emozioni”, spiega Vitale, artista musicale e ingegnere elettronico specializzato in ingegneria acustica.
Soprattutto é un cacciatore di suoni che ricerca tra i microelementi della natura e che ogni volta, poi, scolpisce e modella per trasformarli nel sound delle frecce di direzione, nei sensori di parcheggio, nel rumore della chiusura delle portiere. Ovvero nella partitura musicale che accompagna ogni nostro viaggio e che nel caso di Mini é generata da 30 tipi di suoni, energetici e passionali.
Per Mini elettrica, Vitale ha anche riempito il vuoto del sound del motore che non c’è. Iniziando dal tasto dell’accensione. “Non é stato facile all’inizio lavorare per dare voce alle auto a zero emissioni perché non esisteva una storia di riferimento a cui attingere per trovare un nuovo mondo sonoro. Sapevamo soltanto che non aveva senso simulare con una nota il motore a combustione, ma anche che era importante dare voce all’accensione perché bisognava far comprendere a chi era al volante se l’auto era già stata avviata o ancora spenta”, svela Vitale.
“Il suono di partenza doveva raccontare il carattere di Mini. Curioso, creativo, che parla con tutti i sensi, sempre pronto a sorprendere, come chi la guida. Per questo, quando uno si mette al volante e muove il tasto dell’accensione, é invaso da una piccola sinfonia costruita da molto elementi come il suono di uno strumento chiamato kalimba, ma che nasconde anche una sorpresa, un rapido “ta ta-ti ti-ta ti-ti” che é la traduzione del nome Mini in codice Morse”.
Una progettazione del suono che per Renzo Vitale parte dall’osservare il design di un’auto e dal considerarla come uno strumento musicale per generare sentimenti, in chi la guida e in chi la guarda. “In attesa del futuro, quando il suono di una vettura non sarà sempre lo stesso, ma si adeguerà agli stati d’animo di chi è al volante, evolvendo, di anno in anno, come la sua personalità”.