Verso il full electric: scontro ideologico e troppi veti
di Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica
In questi giorni stiamo parlando con l’automotive. È chiaro che c’è una grandissima opportunità nell’elettrificazione, ma pensate alla Motor Valley. È stato comunicato dalla Commissione europea che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, cioè le supersportive, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, ad assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo.
Se oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d’emblèe, non avremmo nemmeno le materie prime per farle. Quello su cui vedo delle difficoltà in più è sulla riconversione, senza fare troppe vittime e mettere 200mila famiglie per strada, di certi comparti industriali che, se la transizione non è fatta bene, pagheranno un prezzo enorme. Da questo punto di vista, la grande sfida che abbiamo è quella di vincere lo scontro ideologico che si sta combattendo attorno alla transizione energetica ed ecologica, uno scontro che non vuole scendere a patti con la realtà. Non credo ci sia qualcuno che mette in dubbio l’importanza di cambiare la direzione e di fare più in fretta possibile la transizione, però credo che ci siano alcuni che mettono troppi veti su tutta una serie di tecnologie che invece in un menù completo devono essere inserite.
Siamo in una congiuntura delicata. Negli ultimi 150 anni abbiamo avuto una esplosione demografica, questo ha generato che per quanti siamo in questo momento noi a luglio iniziamo a mangiare le risorse naturali che servono l’anno dopo. Anche le banche hanno capito il costo degli eventi estremi come quelli climatici, è stato contabilizzato. Ora dobbiamo cambiare le infrastrutture del Paese, elettrificare. Bisogna installare sorgenti di energia rinnovabili 10 volte superiori che nel passato. C’è il problema burocratico dei permessi. Il problema numero uno è la transizione burocratica. E questa è una sfida.