di Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl
Siamo consapevoli di come i cambiamenti climatici in atto ci impongano, rispetto anche alle indicazioni che ci arrivano dall’Europa, un cambio di passo rispetto al modello industriale e di sviluppo che abbiamo portato avanti fino a oggi, ma la transizione ecologica ed energetica non sarà un pranzo di gala: interi settori industriali dovranno essere completamente ripensati. Uno di questi, è sicuramente quello dell’automotive, un settore che nel nostro Paese, occupa direttamente circa 278.000 lavoratori a cui si aggiungono i lavoratori di altri settori dei servizi e del commercio a esso legati.
Il passaggio da motore endotermico e a quello elettrico, se non gestito attraverso criteri di sostenibilità sociale e politiche di riqualificazione e sostegno, che ne permettano di cogliere le opportunità che la transizione può rappresentare in termini di innovazione e lavoro, rischiamo di prenderci solo gli aspetti negativi: disoccupazione e crisi sociali. A Torino discuteremo proprio di questo e lo faremo con gli attori principali del settore e col governo.
Come Fim Cisl siamo convinti che solo attraverso un serrato dialogo sociale, “un patto strategico” e la messa in campo di opportune misure di sostegno e riqualificazione professionale, oltre che di cospicui investimenti diretti e in infrastrutture, la sfida della transizione ecologica potrà rappresentare un’opportunità per l’intero settore e per il Paese.