Vaccini e piano logistico: emerse incapacità
di Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto-Confcommercio
Per i ritardi della Pfizer nelle consegne dei vaccini all’Italia, a pagare le conseguenze sono gli italiani tutti, ma più degli altri le categorie a rischio e le regioni con maggior popolazione. Ma che contratto è stata sottoscritto? Con quali garanzie? Questo è il problema vero! Per nascondere il fallimento della campagna vaccinale taluni sollevano polveroni inutili per cercare di sviare l’attenzione della pubblica opinione. La priorità, non esiste dubbio, deve essere data alle categorie che più di altre sono state e sono in prima linea nella dura battaglia contro la pandemia.
Conftrasporto aveva anche in questo caso chiesto che gli autotrasportatori, definiti eroi e oggi ricacciati nell’oblio, fossero, dopo le categorie della sanità, inseriti tra i destinatari del vaccino. Anche in questo caso nessun cenno è pervenuto. Al di là dei criteri che devono tener conto anche del dato numerico della popolazione, emerge che la gestione della campagna vaccinale non ha saputo prevedere garanzie atte a mantenere la consegna delle dosi necessarie e concordate. Questo è l’elemento sul quale indignarsi, non le frasi facili da strumentalizzare.
Logistica adeguata per la garanzia del prodotto e rapidità delle consegne sono i veri punti di riferimento. Coloro che fanno solo politica politicante, ad esempio, non rendendo pubblici i dati sui quali si misurano i contagi, l’Rt, le patologie di coloro che defungono (oggi tutti sembra muoiano di Covid e le malattie come i tumori, polmoniti e persino le influenze invernali sembrano scomparse), dovrebbero porsi la domanda se sia giusto fare demagogia sulla vita delle persone.