di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
Si apre un altro anno all’insegna dell’incertezza per le nostre imprese. Il ritardo delle decisioni governative, già nel primo mese dell’anno, ha restituito un volume di immatricolazioni al di sotto dei livelli degli ultimi quattro anni e con una consistente riduzione degli ordini, anche delle elettriche, che impatterà nei mesi successivi. Solo per avere un ordine di grandezza, la flessione complessiva è quasi del -35% rispetto a gennaio 2019. È evidente come, con questi numeri, la domanda di sostituzione del parco circolante più vecchio con veicoli green risulta totalmente inadeguata agli obiettivi attesi.
Serve passare dalle buone intenzioni ad azioni tangibili e coordinate, attraverso la reintroduzione dell’Ecobonus in logica triennale, un forte potenziamento dell’infrastruttura di ricarica pubblica e privata, soprattutto autostradale, e la revisione sostanziale della fiscalità sulle flotte aziendali, così da traghettare cittadini e imprese nel nuovo modello di mobilità elettrica, altrimenti le ricadute economiche, occupazionali e sociali della dirompente trasformazione in atto, che oltretutto risulta stressata dalla perdurante carenza dei microchip, dal caro energia e dalla crescita dell’inflazione, non saranno accettabili.
Infine, come già detto in altre occasioni, gli stringenti obiettivi di decarbonizzazione previsti all’interno delle proposte del pacchetto “Fit for 55”, in assenza di misure mitigatrici, impatteranno fortemente su tutta la filiera industriale e commerciale di settore. Per incidere efficacemente sul rinnovo del parco auto ci vuole maggiore pragmatismo, mobilitazione di risorse adeguate, senza preclusioni in termini di tecnologie e loro innovazioni, non dimenticando che l’accessibilità ai costi di elettriche e plug-in è ancora un fattore ostativo importante per lo sviluppo massiccio della mobilità completamente elettrica.