Ue e auto: non si aspetti la fine della crisi Covid
di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
Piccolo segnale di incoraggiamento, a settembre, per il mercato auto europeo, grazie agli effetti positivi dei piani di sostegno alla domanda varati dai principali Paesi. Tra i cinque major market europei (Uk incluso), che, nel complesso, rappresentano il 76% dell’immatricolato totale del mese, è l’Italia a registrare il risultato migliore (+9,5%), seguita dalla Germania, a +8,4%, mentre Francia, Spagna e Uk presentano ancora una variazione percentuale negativa. Nel periodo gennaio-settembre 2020, la flessione del mercato auto europeo resta molto marcata (-29,3%), con forti ribassi a doppia cifra in tutti i Paesi. Nei cinque major market insieme, la contrazione è del 31%, leggermente superiore alla media europea.
Sebbene secondo le stime dell’Eurozone economic outlook, il Pil e gli altri aggregati economici dovrebbero registrare una ripresa nel terzo trimestre, grazie a una crescita congiunturale della produzione industriale e degli investimenti, si prospetta un successivo quarto trimestre nuovamente in rallentamento, e le previsioni indicano una chiusura del mercato auto europeo 2020 in calo record, a -25%. E’ quindi molto importante che proseguano e vengano rafforzate le politiche di sostegno alla domanda e agli investimenti delle imprese della filiera automotive, in direzione di una transizione green e digitale che non si ferma ad aspettare il termine della crisi Covid.
In queste ultime settimane di un anno particolarmente difficile, infine, si gioca l’ultima partita sul fronte Brexit: cruciale raggiungere un ambizioso accordo di libero scambio tra Ue e Uk prima della fine del periodo di transizione, o le perdite commerciali, per il settore automotive pan-europeo, saranno attorno ai 110 miliardi di euro in un orizzonte di 5 anni, con notevoli ricadute anche in termini occupazionali, a oggi, infatti, 1 posto di lavoro su 15, sia in Ue che in Uk, afferisce al comparto automotive.