Tutto elettrico: pianificare la transizione
di Adelmo Barbarossa, segretario confederale di Ugl
La transizione ecologica, che partirà dal 2035 con il passaggio a motorizzazioni per le auto dai combustibili fossili all’elettrico verde o a carburanti non inquinanti, crea sin da ora forti preoccupazioni per le aziende della componentistica auto, che dovranno completamente riconvertire le loro produzioni con conseguente allarme occupazionale. C’è da chiedersi prima di tutto se le aziende di componentistica auto saranno in grado, senza investimenti pubblici, visto che al momento nel Pnrr non prevede nulla o quasi per il comparto, di riconvertire le produzioni e di reggere la concorrenza di Cina, Asia e Paesi emergenti che fanno dumping con costo del lavoro irrisori.
La transizione va pianificata in funzione della evoluzione della società da qui al 2035 e del futuro modello di mobilità sia nel nostro Paese sia in Europa. Il Pnrr, infatti, prevede importanti finanziamenti per il Trasporto pubblico, in particolare sul ferroviario, mentre al momento non c’è nulla o quasi sul principale comparto industriale italiano, nonostante oggi in Italia circolino circa 27 milioni di auto di cui il 60% con più di 14 anni.
Probabilmente, il maggiore utilizzo per la mobilità del trasporto pubblico potrebbe ridurre il numero di auto circolanti nel 2035 e un eventuale passaggio a tecnologie alternative, come l’elettrico con batterie ad esempio o carburanti alternativi, richiederebbero una rete capillare di colonnine di ricarica o di distributori di idrogeno.