Tutto elettrico: 60mila posti a rischio, subito un Fondo sociale
di Roberto Benaglia, segretario generale di Fim-Cisl
Costituire un Fondo sociale per la decarbonizzazione che accompagni per i prossimi 5-6 anni la transizione ecologica delle imprese. Sono oltre 60mila i posti di lavoro a rischio nel settore. Siamo all’inizio di una corposa ristrutturazione che può diventare socialmente insostenibile. La transizione ecologica è giusta, ma deve essere accompagnata. Stellantis ha in Italia oltre 50mila lavoratori, ma la componentistica, da sempre vocata anche all’export, ha 220-240mila dipendenti. Un terzo della forza lavoro rischia di essere messa fuori gioco con gli obiettivi di uscita dal motore endotermico fissati dall’Ue. Non possiamo lasciare che chiudano gli stabilimenti.
Ora i bonus varati dal Governo devono essere resi strutturali. Ce n’era bisogno dal momento che il mercato dell’auto è in grande sofferenza. L’economia è ripartita, ma le vendite di auto sono nel 2021 ancora di oltre il 20% inferiori al pre-pandemia.Il mercato dell’automotive ha bisogno di essere rilanciato, ma con incentivi stabili, previsti nella legge di bilancio. Il rifinanziamento approvato non e’ sufficiente e bisogna puntare ad avere una misura 4 volte più elevata, che duri per almeno un anno e mezzo. Il rischio e’ altrimenti che i consumatori siano disorientati e rinviino gli acquisti. In Italia, ci sono 13 milioni di veicoli fortemente inquinanti: se dobbiamo svecchiare il parco auto è necessaria una politica più incisiva e che duri nel tempo. L’incertezza non fa bene al mercato.
Va quindi creato un Fondo sociale per la decarbonizzazione per favorire la trasformazione e la riqualificazione di imprese e lavoratori, perché non si possono mettere in campo solo ammortizzatori sociali. Vanno quindi aiutate le aziende che producono ad esempio marmitte, a convertirsi, e sostenuti gli operai a formarsi e riqualificarsi. Non bastano i soldi del Pnrr per fare qualche investimento ecologico, bisogna occuparsi di chi rischia di essere escluso. Siamo contenti che la Gigafactory Stellantis produrrà a Termoli batterie elettriche, ma questo non basta a dire che siamo a posto.
Troppi posti di lavoro sono minacciati. Il Fondo sociale decarbonizzazioni, fatto con risorse europee e nazionali, dovrebbe nascere da un grande patto tra imprese, sindacati, ministeri del Lavoro, dello Sviluppo economico, della Transizione energetica. E’ il momento di innovare le logica: non solo cassa integrazione per crisi o per mancanza temporanea di mercato: tutti i settori coinvolti nella transizione ecologica devono avere misure ad hoc, come la riduzione dell’orario, in modo che ad esempio su 5 giorni uno sia destinato alla formazione. E’ urgente trovare nuovi strumenti per assicurare la sicurezza sociale.