Trofeo Milano 2019, una tradizione sempre di moda
di Fabrizio Boschi
Si è svolta, organizzato dal glorioso Cmae costituito nel 1958 e che conta oltre 2.O00 soci, nel cuore del capoluogo lombardo, la 13esima edizione del Trofeo Milano, l’evento clou della stagione motoristica del Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca, che ha visto la partecipazione, in una bella giornata di sole, di 94 vetture ante 1970, di cui molte anni Trenta, e di 39 motociclette costruite tra il 1912 e il 1967.
Il luogo principe è stato il Castello Sforzesco, con una sfilata di mezzi storici che ha illuminato la Piazza d’Armi e attirato centinaia di curiosi e appassionati di auto d’epoca fino a tarda sera. Al tramonto si è esibita in concerto la Fanfara della 1a Regione Aerea dell’Aeronautica Militare. Bellissime anche le auto storiche della polizia e dei carabinieri amatissime dai bambini.
Il Trofeo è un vero fiocco terminale di una guglia del Duomo che viene affidato di volta in volta al vincitore di ogni edizione. Quest’anno, grazie a una penalità totale inferiore rispetto a quella degli altri 93 concorrenti, a vincere è stato l’equipaggio composto da padre e figlio, Giovanni e Riccardo Bertoni su Alpine Renault A110 1600 S del 1970. Il punteggio è stato il risultato delle prove di regolarità e abilità che i partecipanti hanno affrontato nel corso della giornata, iniziata dall’Aeroporto Militare di Linate, dove per la prima volta è stata concessa da Sea la pista di decollo degli aerei privati, dato che l’aeroporto è chiuso per ristrutturazione. Poi un giro a Cassano d’Adda con la presentazione dei veicoli uno per uno nel centro di Trezzo sull’Adda e ritorno a Milano.
Protagonisti della manifestazione che chiude la rassegna di raduni organizzati ogni anno dal Cmae, esemplari unici, il meglio della produzione della storia dell’auto di tutti i tempi.
Tra le meraviglie, un’Alfa Romeo RL SS del 1926, una 2300 del 1934, tantissime Fiat (anche una cinquecento) dalla Topolino, una particolarissima Seicento, una Ottovù, passando per tre 508 Balilla tra le quali una Coppa d’Oro, una splendida 1500 6 cilindri del 1936 e una 600 Rendez-Vous Vignale che ha lasciato tutti a bocca aperta. Tra le Lancia, due Lambda, due Aurelia B2 e due B24 (Spider e Convertibile America), mentre il primato della longevità è andato a una Hupmobile del 1909. Fantastiche anche le Porsche e scintillanti Bugatti, Bentley e Rolls-Royce.
I vincitori del Trofeo Milano, consegnato dal presidente Asi, Alberto Scuro, sono stati annunciati al termine della serata, dopo una serie di premi messi in palio dagli sponsor della manifestazione e in seguito ad altri riconoscimenti speciali assegnati durante la cena di gala nel Cortile della Rocchetta del castello. Le “Dame” vincenti sono state Anna Lucia e Giannina Airaghi su Alfa Romeo Giulia SS del 1963, mentre Matteo Carbone e Virginia Parasmo, con la loro Montreal del 1970, hanno vinto il premio giovani fra 13 equipaggi junior.
Le moto hanno coperto un percorso differente e un po’ più breve, ma anche in questo caso non sono mancati modelli unici, guidati sia da uomini che da donne. Tra questi la Indian Single 500 del 1912, la Guzzi Sport 13 Sidecar del 1922 e le Guzzi GT Norge di fine anni Venti.
Il progetto è quello di portare tra i giovani la cultura della velocità e mantenere lo spirito della sportività, riunire gli appassionati desiderosi di partecipare a competizioni di regolarità, velocità e rally organizzati nell’ambito dei regolamenti emanati A.S.I., F.I.V.A., C.S.A.I. e F.I.A. Il desiderio dei componenti della SC Cmae, animati dallo spirito di trasmettere alla competizione i valori dell’agonismo, è quello di diffondere questi sani elementi tra le nuove generazioni e alla società futura, condividendo con loro il nostro grande amore. Si vorrebbe che i giovani, e chiunque si avvicini a questa cultura motoristica, acquisisse una prospettiva differente, riconoscendo nella lealtà e nella sportività elementi distintivi spesso dimenticati anche nella vita di tutti i giorni.
“Con la nostra attività – spiegano in SC Cmae – cerchiamo di riconoscere nello sport che pratichiamo un sano valore di agonismo, mettendo alla prova le nostre capacità fisiche e sportive. Il confronto che poi nasce spontaneo è quello di fondere presente passato e futuro. La nostra macchina, o il nostro mostro meccanico sarebbe meglio dire, rinasce nelle nostre mani e si confronta dopo anni con il cronometro e con le vetture che all’epoca scendevano in campo al fianco di uomini valorosi, creando nel nostro animo un attaccamento e un ritorno al passato in grado di farci rivivere momenti indimenticabili”.
La Squadra Corse Cmae – Aggiunge la nota – riporta in pista quelle vetture che un tempo regalarono la gloria ai grandi personaggi, consegnandoli alla storia con le loro imprese. Ognuno di noi nel proprio animo si sente come allora, con le limitazioni della vettura e con la forza di uno spirito competitivo, lo stesso spirito che accompagna con fermezza la nostra amicizia. Agonismo, sportività e lealtà ci legano proprio come i piloti di un tempo. La grande passione che ci contraddistingue è il vero motore della nostra Squadra Corse; ci auguriamo quindi che col tempo e l’impegno si possa migliorare e catturare l’attenzione e la partecipazione di nuovi piloti”.
La vostra iscrizione in questo gruppo di amici verrà omaggiata del nostro giubbino blu. l desiderio dei componenti della SC Cmae, animati dallo spirito di trasmettere alla competizione i valori dell’agonismo, è quello di diffondere questi sani elementi tra le nuove generazioni e alla società futura, condividendo con loro il nostro grande amore.
“Vorremmo che i giovani, e chiunque si avvicini a questa cultura motoristica – precisa la nota – acquisissero una prospettiva differente, riconoscendo nella lealtà e nella sportività elementi distintivi spesso dimenticati anche nella vita di tutti i giorni. Con la nostra attività cerchiamo di riconoscere nello sport che pratichiamo un sano valore di agonismo, mettendo alla prova le nostre capacità fisiche e sportive. Il confronto che poi nasce spontaneo è quello di fondere presente passato e futuro”.
“La nostra macchina, o il nostro mostro meccanico sarebbe meglio dire – conclude SC Cmae – rinasce nelle nostre mani e si confronta dopo anni con il cronometro e con le vetture che all’epoca scendevano in campo al fianco di uomini valorosi, creando nel nostro animo un attaccamento e un ritorno al passato in grado di farci rivivere momenti indimenticabili. La Squadra Corse Cmae riporta in pista quelle vetture che un tempo regalarono la gloria ai grandi personaggi, consegnandoli alla storia con le loro imprese. Ognuno di noi nel proprio animo si sente come allora, con le limitazioni della vettura e con la forza di uno spirito competitivo, lo stesso spirito che accompagna con fermezza la nostra amicizia. Agonismo, sportività e lealtà ci legano proprio come i piloti di un tempo. La grande passione che ci contraddistingue è il vero motore della nostra Squadra Corse; ci auguriamo, quindi, che col tempo e l’impegno si possa migliorare e catturare l’attenzione e la partecipazione di nuovi piloti. La vostra iscrizione in questo gruppo di amici verrà omaggiata del nostro giubbino blu”.