di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio
La ripresa dell’economia italiana è più intensa delle attese. Proviamo a correre, insomma. Ma corriamo per recuperare, nel 2022, i livelli pre-pandemici del 2019, mentre per i consumi bisognerà attendere addirittura il 2023. Senza dimenticare alcuni potenziali fattori frenanti sul piano internazionale, tra cui i rischi di un’inattesa accelerazione dell’inflazione che abbiamo annunciato da poco. In ogni caso, le nostre stime indicano per il 2021 un Pil a +6,2% e consumi a +5%.
Rispetto a questa crescita che c’è, ma che non è così robusta e diffusa a tutti i settori e a tutti i territori, è necessario rafforzare il sistema logistico e dei trasporti. Il Piano di rilancio, insieme ai fondi nazionali, ha previsto oltre 60 miliardi di euro per l’accessibilità sostenibile del Paese. Va detto, che la maggior parte di queste risorse si concentrano sul potenziamento della rete ferroviaria destinata al trasporto passeggeri, cosa certamente positiva, ma che da sola non garantisce lo sviluppo dei servizi di trasporto e logistica integrati, di cui il Paese ha bisogno.
Il nostro Paese non può rinunciare ai servizi di trasporto capillare, che l’autotrasporto garantisce. E qui occorre, secondo noi, una strategia duratura in favore dell’intermodalità, dalle autostrade del mare al combinato ferroviario, insieme a un processo di rinnovo del parco circolante e delle flotte, a cominciare dalle navi e dai traghetti.
Il tema delle infrastrutture e dei trasporti richiama, infatti, la grande sfida della transizione verde e della sostenibilità. Con un’avvertenza: la sostenibilità o è assieme ambientale, economica e sociale, oppure non è. A questo proposito il settore dell’autotrasporto non intende negare la necessità di una svolta e le imprese del comparto stanno andando nella direzione giusta in tema di sostenibilità e transizione ecologica: già oggi, infatti, oltre il 40% delle imprese ha acquistato mezzi a minor impatto ambientale.
Serve, però, un maggior sostegno per favorire il rinnovo del parco circolante e navigante per un concreto sviluppo sostenibile dei trasporti. Servono buone infrastrutture, e penso, ad esempio, a porti facilmente accessibili sia dal mare che dalla terraferma o all’alta velocità che deve essere “di rete” nel suo complesso, quindi disponibile per tutti. Le buone infrastrutture fanno sempre la differenza. E, sempre in materia di porti, occorre maggiore chiarezza rispetto ai compiti delle diverse Autorità competenti e maggiore omogeneità di condizioni a livello nazionale.
D’altro canto, riteniamo che vadano mantenute le buone pratiche di questa stagione difficilissima: dalla sospensione dei divieti di circolazione dei mezzi pesanti, alle proroghe di validità dei documenti di circolazione, fino agli interventi a sostegno del comparto marittimo-portuale, vero e proprio pilastro della competitività del Paese, per il quale occorre rafforzare la buona pratica del Registro internazionale e valorizzare l’Italia come piattaforma logistica europea.
Per i trasporti, in particolare, bisogna poi sciogliere il nodo dello “stesso mercato e stesse regole” che è ancora sul tavolo. E penso, ad esempio, al green pass degli autotrasportatori italiani e quello per gli stranieri e, in generale, alla concorrenza sleale sul costo del lavoro. In sintesi, c’è bisogno di un sistema dei trasporti più efficace e più efficiente, più sicuro e più sostenibile, per un Paese più accessibile e pienamente integrato con i corridoi logistici europei.