Trasporti nell’Ue: intermodalità da sfruttare
Nel corso della tavola rotonda di esperti organizzata dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), i partecipanti hanno sottolineato che i cittadini europei otterranno un vantaggio concreto dalla combinazione di diversi mezzi di trasporto aereo, marittimo e terrestre solo se sono affidabili, flessibili e non costosi. Il trasporto intermodale e la logistica multimodale sono la via da seguire nel trasporto dell’Ue, ma occorre superare i blocchi concreti che ancora ostacolano l’introduzione di questi sistemi. Questa la conclusione principale della tavola rotonda di esperti organizzata dalla sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione (TEN) e svoltasi a Bruxelles.
L’intermodalità consente ai passeggeri e alle merci di viaggiare rapidamente, efficacemente e in modo integrato attraverso un’ampia gamma di modi di trasporto, anche per via aerea, marittima, ferroviaria e stradale. “Il vantaggio del trasporto multimodale risiede nella combinazione più efficiente di mezzi di trasporto multipli, sfruttando i punti di forza dei diversi modi di trasporto, quali comodità, velocità, costi, affidabilità e prevedibilità. Ciò, a sua volta, migliora la sostenibilità ambientale e riduce l’impronta dei trasporti “, ha dichiarato nel corso del dibattito la presidente della sezione TEN, Baiba Miltoviča.
Risolvendo i problemi il trasporto intermodale diventerà la scelta migliore. Attualmente il trasporto intermodale è più costoso, più lento e meno affidabile rispetto, ad esempio, al trasporto su strada unimodale. Presenta svantaggi quali tempi di consegna lunghi, complessità, rischi più elevati e minore affidabilità. Ciò è dovuto principalmente all’assenza di infrastrutture terminali adeguate e ai bassi livelli di investimenti in soluzioni digitali intelligenti che semplificherebbero la gestione dei flussi di trasporto multimodale. Ne sono un esempio i collegamenti ferroviari, non sufficientemente adeguati al contesto del mercato aperto. Ne consegue un servizio inadeguato in termini di puntualità, affidabilità, prevedibilità e flessibilità.
Una soluzione praticabile a lungo termine per lo sviluppo di un trasporto intermodale efficiente e sostenibile e di una logistica multimodale può essere raggiunta solo risolvendo rapidamente i problemi del livello dei servizi e dei costi, senza bisogno di misure specifiche, di sostegno finanziario o di un quadro normativo specifico. La multimodalità sarebbe quindi in grado di svolgere appieno il proprio ruolo nel sistema dei trasporti e rappresenterebbe un’alternativa interessante al trasporto su strada unimodale.
“In quest’ottica, la sezione TEN ha deciso di intervenire per dimostrare che il trasporto intermodale e la logistica multimodale possono essere attraenti senza dover contare sui vasti regimi di sostegno che non hanno realmente risolto i problemi, ma piuttosto affrontando i problemi che rendono il trasporto multimodale più costoso, più lento e meno affidabile. Ciò potrebbe portare a soluzioni di trasporto flessibili ed efficienti, adattate alle condizioni locali e a una riduzione delle emissioni”, ha aggiunto Stefan Back, vicepresidente della sezione TEN e relatore del parere d’iniziativa in corso sul tema Trasporti intermodali e logistica multimodale.
I collegamenti intermodali necessitano di investimenti in infrastrutture. Le parti interessate che hanno partecipato alla tavola rotonda hanno ritenuto che la priorità assoluta dovrebbe essere costituita dagli investimenti nei nodi e nelle infrastrutture di trasporto se, in linea con gli obiettivi della transizione verde, l‘Ue intende ridurre il trasporto su strada, ridurre le emissioni di carbonio e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Secondo Maria Koidu della DG MOVE della Commissione europea, affinché il trasporto intermodale e la logistica multimodale possano decollare entro il 2050, dovranno essere adottate misure di sostegno. Koidu ha sottolineato che il potenziale dell’intermodalità è ostacolato dal fatto che molti Stati membri dell’Ue, oltre a disporre di terminali molto carenti, hanno anche una legislazione inefficiente sui diversi modi di trasporto, il che si aggiunge ai costi molto elevati associati al trasbordo.
Ralf-Charley Schultze, dell’Unione internazionale per il trasporto combinato strada-ferrovia (UIRR), ha sottolineato la necessità di adottare misure temporanee che, approfittando dello slancio impresso dal Green Deal europeo e dai suoi incentivi, potrebbero portare al potenziamento delle capacità infrastrutturali.
Nicolette van der Jagt, in rappresentanza dell’Associazione europea per i servizi di spedizione, trasporto, logistica e dogane (CLECAT), si è concentrata sulla qualità del servizio offerto e ha auspicato con forza l’adozione di un approccio orientato al cliente, con un’attenzione costante ai miglioramenti.
Infine, Martin Mayer, del Consiglio sindacale di Sheffield, ha affermato che è essenziale studiare esempi di settori in cui il trasporto multimodale funziona già e capire le ragioni del successo, per poi esaminare i corridoi specifici in cui investire. Tutti questi contributi confluiranno ora nel parere che dovrebbe essere adottato nella sessione plenaria di luglio del CESE.
Il contesto. Il trasporto intermodale si rifiuta di decollare nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, in particolare nell’ambito della direttiva sul trasporto combinato. Finora, il sostegno ha assunto la forma di incentivi fiscali e di un trattamento speciale per quanto riguarda l’accesso al mercato. Il problema sembra risiedere nell’efficienza generale di uno o più modi di trasporto interessati (qualità, velocità e puntualità dei servizi) e nelle risorse di trasbordo insufficienti e non conformi alle norme.
La recente comunicazione su una strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, presentata dalla Commissione europea nel dicembre 2020, ha evidenziato la necessità di un migliore coordinamento tra gli Stati membri per quanto riguarda la costruzione di terminali intermodali. Ha inoltre proposto una serie di semplificazioni amministrative e ha sottolineato l’importanza di un approccio promozionale, come ad esempio norme specifiche sull’accesso al mercato, in particolare per le tratte di trasporto terrestre. Nel piano d’azione che l’accompagna, la Commissione dichiara l’intenzione di procedere a una revisione del quadro normativo per il trasporto intermodale nel 2022.