di Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione
Il Governo ripensi in modo strutturale la politica degli incentivi e incentivare la ricerca di carburanti sempre più puliti e biocompatibili. Il Governo deve fare un bagno di realismo, stanziando incentivi incentrati sulle basse emissioni senza la pregiudiziale della trazione elettrica. L’insicurezza economica e l’instabilità sociale generate dall’emergenza Covid hanno causato nel 2021 un netto calo nelle immatricolazioni rispetto al 2019. Si registra un timido miglioramento del 5,8% solo nei confronti del 2020, tenendo conto che le imprese del comparto sono rimaste chiuse più di un mese e mezzo a causa del lockdown.
L’Ecobonus ha rappresentato una boccata d’ossigeno, ma le non rilevanti risorse sono state esaurite in breve tempo, così per il settore resta uno stato di crisi inascoltato, che mette in pericolo l’occupazione di decine di migliaia di addetti, con molti operatori a rischio di chiusura. Il comparto conta globalmente oltre 430mila addetti, compresi gli agenti, con quasi 126mila aziende attive e vale circa il 5% del Pil e del gettito fiscale. E’ dunque necessario utilizzare la tecnologia già disponibile che azzera o quasi le emissioni dei motori più evoluti e incentivare la ricerca di carburanti sempre più puliti e biocompatibili.
D’altra parte lo stato attuale della tecnologia elettrica non consente di soddisfare le utenze ad alta percorrenza e le attuali caratteristiche delle batterie saranno oggetto di grandi innovazioni. Diventeranno molto più leggere, economiche ed efficienti e questo crea una prospettiva di attesa che scoraggia ulteriormente l’acquisto. Al Governo chiediamo perciò con forza un bagno di realismo stanziando incentivi incentrati sulle basse emissioni senza la pregiudiziale della trazione elettrica. Questo fino al consolidamento della tecnologia che parifichi la trazione elettrica a quella endotermica in termini di costi, prestazioni, infrastrutture e disponibilità di energia.