Transizione green: basta esagerare con le preoccupazioni

di Herbert Diess, Ceo del Gruppo Volkswagen (dall’intervista rilasciata all’agenzia tedesca DPA)

 

Gli scenari negativi che a volte vengono disegnati a proposito della transizione energetica sono esagerati. Bisogna evitare una drammatizzazione delle conseguenze per la forza lavoro. Noi rimarremo una Casa automobilistica anche tra dieci anni. Per costruire molte auto, ci sarà bisogno di molte persone nelle linee produttive anche nel 2030 e tanti lavoratori svolgeranno attività molto simili a quelle di oggi. Forse saranno più automatizzate, ma essenzialmente le attività manifatturiere non spariranno.

 

Cresceremo nell’area software con nuovi dipendenti. Tuttavia, a differenza di altri settori, il cambiamento nell’industria automobilistica richiede molto tempo: per noi due cicli di vita di un solo modello valgono 15 anni. Se continuiamo a seguire un percorso positivo, possiamo tranquillamente salvare gran parte dei posti di lavoro, crescere in alcune aree e ridimensionarci in altre.

 

Il 70% dei fornitori sta attraversando questa trasformazione come se non ci fosse, perché i sedili rimangono sedili, l’acciaio rimane acciaio, le ruote rimangono ruote, i freni rimangono freni. Ben diversa la situazione per i propulsori. ma anche in questo campo il cambiamento è sopravvalutato perché, già oggi, non è l’area a più alta intensità di dipendenti. Da noi un motore ha un tempo di produzione di circa un’ora, rispetto alle 20-30 dell’intero veicolo. Ma la domanda che ora mi pongo è la seguente: rimarremo competitivi contro nuovi concorrenti come quelli asiatici?

 

 

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