Tendenze: quando l’auto era un bene durevole

 

di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility 

 

«Il governo per decenni ha chiesto di comprare il diesel e i cittadini l’hanno fatto». Da questo mea culpa di Emmanuel Macron, “Quattroruote” di dicembre presenta il conto del disorientamento degli automobilisti alla politica perché, quando annuncia di vietare la circolazione dei motori termici in contraddizione con quanto sostenuto finora, non saprebbe spiegarne il fine della sostenibilità. I clienti, davanti a un’incomprensibile imposizione, si terrebbero la macchina vecchia provocando ciò che anni fa definii «effetto Cuba». Alcune considerazioni.

Uno. Inquinamento ed effetto serra sono prioritari, non si discute, ma eliminare le auto termiche in Europa non è la soluzione. L’equazione «meno auto uguale più ambiente» non regge. Poco più dell’1% della CO2 antropogenica viene dalle vetture europee. Centrali elettriche, caldaie dei riscaldamenti e allevamenti pesano il 50%. Le polveri sottili dovute alle auto pesano meno del 5%, di cui quelle allo scarico sono una frazione e, comunque, riguardano le vetture vecchie: quelle in vendita oggi sono sostenibili.

Due. Da tempo denunciamo come la confusione tenga i clienti fuori dal mercato, ma non perché non capiscano la filosofia ambientalista. Piuttosto, non rischiano di spendere per un bene durevole che poi non dura e si tengono ciò che hanno.

Tre. La politica contraddice se stessa. Verissimo. Ma la politica si ciba di consenso, non di coerenza. Se l’opinione pubblica coltiva l’idea, del tutto sprovvista di supporto scientifico, che l’auto termica sia il demonio, la politica dovrebbe seguire i soldi. Partendo da chi finanzia la produzione e la diffusione delle bufale, per risalire a chi guadagnerà dallo smantellamento dell’industria più importante e competitiva del continente. Ma è tanto impegno e, magari, alla fine dovrebbero minacciare lo spegnimento dei riscaldamenti. Molto più facile cavalcare la disinformazione.

Quattro. Le Case auto pure hanno un problemino di contraddizione, visto che quando hanno venduto quelle circolanti e incriminate, si erano scordate di metterci la data di scadenza. I clienti questa contraddizione la guidano ogni giorno. Forse una parola se l’aspetterebbero, dai costruttori.uesta contraddizione la guidano ogni giorno.Forse una parola se l’aspetterebbero, dai costruttori. Peccato che abbiano fatto il voto del silenzio. Assordante.

 

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *