Telefoni alla guida? Ti licenzio!
di Gianfranco Chierchini
Una recente indagine effettuata da OnePoll per TomTom Telematics su un campione di 400 manager dice che ben 372 sono preoccupati per possibili incidenti stradali dovuti all’uso del cellulare alla guida da parte dei loro dipendenti. Si tratta della quasi totalità, il 93%. Accanto a un pizzico di affettuosa vicinanza del boss nei confronti del dipendente con una gamba in trazione all’ospedale, è più che lecito ipotizzare anche un altro pizzico di disappunto per l’improvviso vuoto nell’organico, dovuto all’assenza da malattia.
Disposizioni
Sempre in quest’indagine emerge un’altra elevata percentuale, di poco inferiore alla precedente: nell’84% delle aziende analizzate è autorizzato alla guida l’uso del “vivavoce”, sistema di colloquio telefonico consentito dalla normativa, dal momento che entrambe le mani stanno sul volante. Un sospiro di sollievo? Mica tanto: lo stesso commento posto a conclusione dell’indagine fa riferimento alla oggettiva distrazione che il colloquio telefonico comporta in ogni caso e alla conseguente guida con la “mente vagante” come dicono negli Stati Uniti: l’autista pensa ai suoi problemi, fissa un punto del parabrezza, gli manca la visione laterale, i suoi riflessi sono attutiti.
Bisogna riflettere
Quest’indagine non può essere considerata la rappresentazione dell’intero “Paese Italia”, per diversi motivi, principalmente perché il campione non è rappresentativo dei 39 milioni di patentati italiani. Ma il valore di quest’indagine consiste, a mio parere, soprattutto nelle riflessioni che obbliga a far scaturire.
La prima è che il colloquio telefonico di un dipendente, alla guida, è considerato un fatto normale, quasi necessario, se più in più di otto aziende su dieci questo è un comportamento noto ed autorizzato. Salvo poi esprimere timore per il possibile incidente che scaturisce dalla distrazione del colloquio, quale che sia lo strumento impiegato, il cellulare, l’auricolare, il bluetooth. Bene che emerga questo timore, mentre troppo spesso si fa finta di niente.
Tecnologie sempre più evolute
La seconda è che le tecnologie attuali dei gestori delle reti e delle case produttrici sia di cellulari sia di autoveicoli sono ampiamente già in grado di “risolvere” il problema della distrazione da colloquio telefonico alla guida. Abbiamo sul mercato sistemi che pre-avvisano il guidatore di postazioni di controllo da parte delle Forze dell’Ordine, o sistemi che riconoscono il guidatore quando si sta avvicinando alla vettura, gli aprono la portiera, gli accendono il canale radiofonico preferito e gli dicono “Buongiorno, caro Mario” o “…cara Maria”. Figuriamoci se non si riesce ad inibire il cellulare di chi è alla guida. Accanto all’incapacità delle Forze dell’Ordine a far rispettare le norme, e accanto alla libido sempre più incontenibile per l’uso del cellulare, qui è anche la politica aziendale a dover prendere una chiara posizione, a vietare un comportamento a rischio per i propri dipendenti, per la risorsa umana che viene continuamente considerata “la più importante”.
Una ventina d’anni fa, quando incominciò a circolare anche in Italia l’idea che una persona non deve guidare per lunghi periodi senza compiere una sosta, una multinazionale del settore chimico avvisò i suoi dipendenti italiani che sarebbero stati licenziati se si fosse scoperto che non compivano la sosta obbligatoria di dieci minuti, ogni due ore di guida. Incidenti e feriti quasi scomparvero, con non piccoli benefici economici. E quella multinazionale venne portata in palmo di mano.