Il ministero dell’Interno, in data 30 marzo 2018, sollecitato di un parere dalla Prefettura di Arezzo in merito all’utilizzo di autoveicoli, targati ma sprovvisti di copertura assicurativa, che circolano con targa prova, ha affermato che l’utilizzo della targa prova deve essere limitato esclusivamente ai veicoli non ancora immatricolati. La targa prova, conseguentemente, non si potrebbe utilizzare per veicoli immatricolati, anche se circolanti per prove tecniche, collaudi e/o altri spostamenti finalizzati alla vendita.

Una presa di posizione che, per gli operatori del settore che utilizzano la targa prova per finalità lavorative, mette a rischio le prassi consolidate del lavoro quotidiano di un comparto vitale per lo sviluppo economico, in quanto interessa il flusso quotidiano di migliaia di veicoli targati-immatricolati che necessitano di spostamenti continui a opera di concessionari, meccanici, rivenditori, carrozzieri. Migliaia di soggetti, in concessionarie ufficiali e operatori che commerciano in auto usate, si trovano così di fronte a un forzato stop alla circolazione con targa prova di auto immatricolate, ma non assicurate.

Targa prova e assicurazione, il danno e la beffa

di Fabrizio Guidi*
Non si può più evitare di intervenire di fronte al diffondersi di iniziative che sono prova della ennesima disattenzione verso il nostro settore. E che, per la loro gravità, mettono a rischio posti di lavoro. Oltretutto, avvengono mentre il nostro comparto cerca di reagire a situazioni estremamente difficili e competitive che hanno provocato la  sparizione dal mercato di oltre il 50 per cento delle concessionarie nel giro di pochi anni. La normativa che riguarda la targa prova è chiara e non fa distinzioni tra l’uso su un’auto da immatricolare o già immatricolata. Non è possibile che un parere o una circolare interna possano modificare questo fatto. Stiamo invece assistendo a situazioni di accertamenti, quasi “persecutori” e fuori controllo, che hanno fatto sì che la targa prova sia finita in una situazione d’impasse normativa davvero pericolosa per tutto il nostro lavoro.

S’intervenga per evitare gravi problemi

Chiediamo un pronto intervento da parte dei ministeri interessati che chiarisca se necessario la prassi e, semmai, adegui la normativa. Ma occorre che, da subito, cessi un atteggiamento da parte di molti operatori di polizia che, di fatto, “criminalizza” il comportamento quotidiano degli operatori del settore. Vengono sottoposte a sequestro vetture, idonee alla circolazione, che circolano con la targa prova, dicendo che non sarebbero coperte da assicurazione. Ma se hanno a bordo la targa prova sono coperte da assicurazione, che siano immatricolate o no. Non si può sostenere che per far provare o portare un’auto usata a lavare è necessario comprare 5 giorni di assicurazione o che, se si tratta di provare un’auto in riparazione, dobbiamo fare circolare nostri operatori con l’assicurazione del proprietario. Sono diktat incomprensibili e arbitrari contro cui sono già state attivate class action e richieste danni.

Il virtuoso esempio britannico

Chi fa questo mestiere, oggi, ha bisogno della targa prova. Se si vuole cambiare è un obbligo partire dalla normativa, in modo che, nel frattempo, si possano valutare altri mezzi e ridiscutere i costi con il mondo delle assicurazioni. Per esempio, in Gran Bretagna, con una telefonata si può assicurare l’auto a un costo davvero basso, comunicare l’uscita e il rientro dell’auto dalla concessionaria/autofficina e pagare solo in proporzione. In Olanda si applica la targa prova come avviene in Italia ma con costi davvero ridotti. La gestione di questa nuova problematica aperta dal recente parere del ministero dell’interno (prot. n.300/A/2689/18/105/20/3) è davvero fuori dalla logica.

L’asse con Federauto

Il pensiero della nostra Associazione è chiaro. Al riguardo ci siamo confrontati anche con Federauto-Federazione dei Concessionari Italiani, che si è già mossa in  questa direzione, sia verso i ministeri sia con una pubblica presa di posizione. Occorre che le autorità competenti intervengano solo nei casi in cui della targa prova venga fatto un uso improprio per perseguire gli abusi. Chi non è autorizzato sia multato, ma gli utilizzi professionali sono da tutelare. L’uso della targa prova ha un costo notevole. E noi lo sosteniamo convinti, per far provare l’auto, nuova, usata o riparata a un cliente, per portarla da una officina a un’altra, per lavare l’auto, eccetera. AsConAuto afferma con forza questo principio di trasparenza e auspica un rapido ripristino della chiarezza dei principi, in base ai quali tutti i soggetti del mercato si devono assumere le proprie responsabilità.
*Presidente di AsConAuto 

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