Tanti premi per Volvo
di Piero Evangelisti
I riconoscimenti, nel campo delle auto di serie, non mancano ma due sono in assoluto i più ambiti dai costruttori in virtù della loro autorevolezza e, di conseguenza, le positive ricadute sul più pubblico. Concentrato sulle vetture nuove commercializzate in Europa è il “Car of the Year Award, mentre Oltreoceano viene assegnato il “World Car of the Year Award” che, nonostante la giuria sia internazionale, risente dei gusti degli automobilisti nordamericani. Impossibile stimare quanto entrambi valgano in termini di vendite, ma sta di fatto che ottenerli è sempre un bel risultato. È raro che un modello o una Casa riescano a meritarseli tutti e due nello stesso anno: ci è riuscita la svedese Volvo – controllata dai cinesi di Geely dal 2010 – per il 2018, in Europa con la Xc40 (nella foto) e negli Usa con la Xc60.
Ma non ci sono solo i Suv
Gli “award” hanno premiato due Suv, non c’è da meravigliarsi, ma colpisce il fatto che questi arrivino entrambi dallo stesso costruttore che, con Xc60 e Xc40, è riuscito in pochi anni a completare un’invidiabile gamma inaugurata da Xc90. Entrare oggi in uno showroom Volvo è un’esperienza che difficilmente si sarebbe potuta immaginare qualche anno fa, e il merito va ripartito equamente tra i cinesi, che hanno messo i capitali senza pretendere di intervenire nelle fasi di sviluppo di un nuovo modello, e gli uomini della marca di Göteborg, dal chief designer Thomas Ingenlath, capace di segnare la rinascita stilistica del brand, agli ingegneri che hanno messo a punto due nuove piattaforme e un’inedita gamma di motori, tutti a quattro cilindri. Ma gli obiettivi di Volvo non si fermano alle vendite in continua crescita, ma puntano a creare un vero gruppo che può già contare su due marchi satelliti: Polestar, per le supersportive, tutte rigorosamente ibride o elettriche, e Lynk&Co, una linea di vetture costruite in Cina (ma destinate anche all’esportazione) vendute on line con nuove formule di utilizzo.