Svolta elettrica: le incongruità di Volkswagen

di Cristiano Donelli, consigliere politico nella delegazione della Lega in Commissione industria, energia, ricerca dell’Ue

Non riescono a uccidere il motore termico! Ci provano i decisori politici che fissano obblighi sempre più stringenti in nome della presunta correlazione di questo motore con obiettivi climatici, ci provano gli “influencer” di tendenze alla moda che stimolano la necessità ineludibile del motore elettrico, ci provano di conseguenza le aziende del settore automotive che si vogliono fare trovare pronte per affrontare la nuova arena competitiva.

Nei primi due casi però non vi sono prese di coscienza che analizzano la realtà dei fatti con flessibilità perché l’obiettivo ultimo è quello di tenere in piedi una narrazione che fa comodo per obiettivi personali di mantenimento del potere o di crescita dei “follower”. Invece, nel caso di grandi manager che devono affrontare per lavoro le difficoltà e devono trovare soluzioni per porvi rimedio, le ipocrisie durano ben poco e si descrivono le cose per come sono, con ambizioni importanti ma allo stesso tempo criticando costruttivamente i punti che non vanno.


Herbert Diess, amministratore delegato del gruppo Volkswagen
, ammette che in Europa sarà impossibile abbandonare il motore termico entro il 2035 perché mancano le condizioni pratiche per poterci arrivare e perché si creerebbero criticità nel sistema che rischiano di farlo implodere. Sono i crudi fatti che mostrano l’impossibilità di implementare in breve tempo una trentina di enormi Gigafactory, necessarie per realizzare tutte le batterie elettriche per il parco auto elettrico del futuro prossimo, così come si nota già quanto sia improbo reperire dall’altra parte del mondo tutte le materie prime per alimentare la rinnovata catena produttiva.

Finché è Carlos Tavares, ad di Stellantis, a porre seri dubbi sul fatto che queste auto saranno costose per la classe media di acquirenti o che riqualificare tutta la forza lavoro sarà un punto molto critico, si bollano le affermazioni come invidia da parte di chi è rimasto indietro per incapacità nel percorso di modernizzazione. Quando però parla un’azienda di grande successo come Volkswagen diventa difficile mettere in dubbio la loro posizione a fronte di investimenti ingenti e costanti nell’elettrificazione della loro gamma.

Brindiamo alla longevità del motore endotermico ricordandone i diversi inventori, dagli italiani Barsanti e Matteucci (1853) ai tedeschi Otto, Daimler e Maybach (1876) fino al successivo e più conosciuto Benz (1894), che se fossero ancora qui consiglierebbero di non fossilizzarci sull’elettrico e di focalizzarci anche sul motore ad idrogeno. Di sicuro ci direbbero che gli sviluppi di circa 150 anni di motore termico non si possono perdere in un attimo e vanno preservati in tutta la loro potenzialità presente e futura.

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