Foto: Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte
Nonostante un periodo complicato per l’industria dell’auto a livello globale causato dalla pandemia, resta elevato l’interesse dei consumatori italiani (69%) verso la mobilità elettrica e ibrida, mentre nel nostro Paese le concessionarie (83%) resistono ai canali di vendita online nelle preferenze di acquisto dei veicoli. Sono queste le principali evidenze che emergono dalla Global Automotive Consumer Study 2022, un’indagine di Deloitte condotta su oltre 26.000 consumatori in 25 Paesi esplorando le più importanti novità e trend del settore automotive.
Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte, ha commentato: «Il settore Automotive sta attraversando una fase molto delicata: da un lato persistono le difficoltà legate alle interruzioni delle supply chain indotte dalla pandemia e allo shortage di componentistica elettronica. Dall’altro, nelle agende dei Ceo si pone in modo sempre più marcato il tema della sostenibilità ambientale e della transizione elettrica, che apre diverse sfide per il settore. In questo quadro complesso e segnato dal continuo mutamento, abbiamo cercato di capire quali sono le aspettative dei consumatori che hanno intenzione di acquistare una nuova auto nei prossimi mesi o anni».
Tecnologie innovative sì, ma al giusto prezzo
A livello globale, la maggior parte degli intervistati apprezza le tecnologie avanzateche caratterizzano i veicoli di nuova generazione, ma l’idea di pagare un sovrapprezzo per poterne usufruire frena alcuni potenziali acquirenti. Nella percezione dei consumatori, infatti, l’impiego di tecnologie sempre più innovative e sofisticate appare un requisito ormai necessario per differenziare i brand e i modelli sul mercato, ma è un costo di cui dovrebbero farsi carico le case produttrici stesse anziché trasferirlo agli acquirenti. La quota di chi non è disposto a pagare oltre 450€ per tecnologie avanzate di sicurezza coinvolge 7 consumatori su 10 in Germania (70%) e il 69% in Italia con una crescita rispetto al 62% dello scorso anno. Non sono disposti a pagare un sovrapprezzo per la tecnologia anche il 66% dei giapponesi, il 58% dei Sud-Coreani e il 56% dei consumatori USA. In Cina, invece, solo il 31% rinuncerebbe a più sicurezza per un sovrapprezzo.
Prosegue la transizione
Nel complesso, continua a crescere l’interesse verso i veicoli elettrici, anche se le preferenze variano sensibilmente tra i diversi mercati e aree geografiche. Se da un lato alcuni fattori continuano a spingere la domanda di veicoli più ecologici, dall’altro permangono elementi di criticità che ne frenano ancora l’adozione: in primis, i timori sull’autonomia di guida e sulla disponibilità di infrastrutture di ricarica. Secondo la ricerca Deloitte, i consumatori che sceglierebbero un veicolo ibrido o elettrico per il loro prossimo acquisto sarebbero al 63% in Corea del Sud, al 61% in Giappone, al 51% in Germania, al 42% in Cina e al 31% negli Stati Uniti. L’Italia conferma il 69% registrato nell’edizione dello scorso anno, che si mantiene uno dei valori più alti al mondo.
Le concessionarie resistono ai canali di vendita online
Sul fronte delle nuove preferenze di acquisto e di mobilità, la maggior parte dei rispondenti conferma una radicata preferenza per i canali tradizionali rappresentati dalle concessionarie e dall’interazione diretta con il personale di vendita. La quota di chi preferisce ancora acquistare un’auto esclusivamente di persona presso la concessionaria è dell’83% in Italia (in crescita rispetto al 78% dello scorso anno), seguita dal 78% in Germania, dal 75% negli Stati Uniti, dal74% in Giappone e dal 72% in Cina. Ma il canale online sta acquisendo un’importanza crescente grazie alla comodità e semplicità di utilizzo dei servizi digitali.
L’auto privata rimane un must in Usa ed Europa
Infine, l’auto privata continua ad essere al centro delle preferenze di mobilità dei consumatori occidentali – ovvero di Stati Uniti e Europa. Infatti, la preferenza per l’auto privata rispetto a mezzi pubblici arriva al 76% negli Stati Uniti, al 70% in Italia, al 67% in Germania, mentre si assesta al 60% in Cina e al 54% in Giappone. Nei mercati asiatici, infatti, sta emergendo una maggiore apertura verso mezzi pubblici e soluzioni di trasporto condivise, nonché verso nuove modalità di noleggio e abbonamento flessibile come il leasing.