Stangata carburanti: autotrasportatori prime vittime

di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere

Le prime vittime dell’aumento spropositato del carburante sono gli autotrasportatori ma, paradossalmente, viviamo in un Paese nel quale viene scaricata su di loro, proprio perché più deboli e non adeguatamente rappresentati, la responsabilità degli aumenti dei prezzi della merce sugli scaffali. Un modo per celare le grandi speculazioni che – come sempre – vengono messe in campo nei momenti di crisi.

Il confronto dei prezzi del gasolio tra gennaio 2021 e oggi mostrano un aumento netto di oltre il 25%. Calcolando che per una azienda di autotrasporto il costo del carburante incide per circa un terzo dei costi complessivi, sarebbe ragionevole ipotizzare un aumento del servizio vicino al 10%. Così non è stato. Lo dicono i nostri associati e lo sanno benissimo le tante aziende di autotrasporto italiane. A oggi il costo del servizio è rimasto praticamente immutato rispetto a un anno fa, ma per comodità nel dibattito pubblico il settore dell’autotrasporto viene indicato come il principale responsabile degli aumenti delle merci.

Occorrono soluzioni d’emergenza per calmierare una situazione potenzialmente esplosiva, in primis proprio per il settore dell’autotrasporto, già piegato da una concorrenza selvaggia e da una corsa al ribasso del costo dei servizi, anche attraverso l’impiego di manodopera straniera a basso costo il cui utilizzo peraltro è stato di recente ulteriormente incentivato attraverso la leva del Decreto flussi.

La soluzione oggi potrebbe essere rappresentata dall’eliminazione dell’odiosa tassa sulle tasse, ovvero l’Iva sulle accise, e l’introduzione dell’accisa mobile per modulare la tassazione sui carburanti rispetto all’obiettivo di tassazione prefissato. Due semplici provvedimenti che restituirebbero equità, liquidità e mobilita al Paese, ma soprattutto farebbero scoprire una politica di Governo veramente in controtendenza rispetto al passato.

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