Ecco il report di S&P Global Ratings dal titolo “Green Spending Or Carbon Taxes (Or Both): How To Reach Climate Targets, And Grow Too, By 2030?”. Gli Stati Uniti e l’Ue hanno aggiunto una spesa verde di circa l’1,4% e il 3,9% del Pil 2019 ai loro recovery plan legati al Covid-19. Con moltiplicatori fiscali di 1,4-1,6, questo potrebbe aggiungere fino a 2 punti percentuali al Pil degli Stati Uniti e 6,6 punti al Pil dell’Ue entro il 2030.
Mentre le politiche ambientali tendono ad avere un impatto economico complessivo limitato, i costi della transizione energetica potrebbero diventare più rilevanti. Lo scenario S&P Global Ratings sulla carbon tax mostra che un forte aumento del prezzo del carbonio a 100 dollari entro il 2030, come raccomandato dalla High-Level Commission sui prezzi del carbonio, rappresenterebbe uno shock più negativo per le economie con bassi prezzi del carbonio e dipendenza da fonti di energia ad alta carbon intensity.
L’impatto sul Pil, senza misure di compensazione, potrebbe essere superiore all’8% per la Cina entro il 2030, e più vicino al 5% se le entrate fiscali fossero reinvestite dal governo. È invece inferiore per gli Stati Uniti (al 3%) e per l’Europa (2%), e circa l’1% o meno dopo il reinvestimento per entrambi.
A livello microeconomico, le imprese meno produttive e più piccole (i maggiori emittenti) e le famiglie a basso reddito sono più vulnerabili ai costi di queste politiche ambientali e a livello generale, se non c’è compensazione.
Un meccanismo di aggiustamento “border” del carbonio può avere senso per i Paesi che hanno alti prezzi interni del carbonio, ma probabilmente sarebbe visto come una mossa protezionistica.L’esperienza europea dei bassi prezzi del carbonio tra il 2005 e il 2011 non fornisce inoltre alcuna evidenza sulla rilocalizzazione del carbonio, quindi un CBAM avrebbe senso soprattutto per le industrie ad alta intensità energetica ed esposte al commercio. Detto questo, questo potrebbe cambiare dato che il prezzo del carbonio è recentemente aumentato a 60 euro per tonnellata nell’Ue.
Gli investimenti globali del settore privato nelle energie rinnovabili sono triplicati a 2,6 trilioni di dollari nell’ultimo decennio, con gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Cina che rappresentano circa i due terzi. Eppure, l’innovazione verde e le intensità di R&S sono in stallo dal 2012. Detto questo, il recente aumento dell’interesse ESG tra gli investitori potrebbe invertire questa tendenza.