Sostegni all’auto: discontinuità dannosa

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

 

Purtroppo, l’affondo di settembre (-32,7% sul 2020) è allarmante e dimostra come siamo ancora lontani dai volumi pre-pandemia; ad agitare le acque, in questi mesi, concorrono l’intermittenza degli incentivi e i problemi connessi alla carenza dei semiconduttori nelle supply chain di tutto il mondo, che si traducono in un calo di disponibilità di veicoli completi, una drastica riduzione delle vetture fatturate e consegnate e un allungamento dei processi di acquisto da parte dei clienti.

 

Abbiamo apprezzato gli interventi del Governo, su input del ministero dello Sviluppo economico, di spostare le risorse dell’extrabonus sul fondo Ecobonus, rendendo di nuovo disponibili circa 57 milioni di euro, nonché la proroga dei termini per il completamento delle prenotazioni sulla piattaforma Invitalia (al 30 giugno 2022, in luogo del 31 dicembre 2021), necessaria per fronteggiare i tempi di consegna incerti dei veicoli nuovi a causa della crisi dei microchip.

Tuttavia, le limitate risorse recuperate per l’Ecobonus sono state azzerate nell’arco di due giorni riproponendo il rischio di una battuta d’arresto per il mercato dei veicoli elettrici e ibridi plug-in (fino a 60 g/km di CO2). Gli incentivi statali sono, infatti, determinanti per vendere questi veicoli, i cui prezzi restano ancora elevati per un’accessibilità diffusa rispetto alle auto tradizionali, mentre la discontinuità crea enorme incertezza, penalizzando le scelte green dei consumatori e la programmazione delle imprese. Occorrono nuove risorse, senza attendere il prossimo anno.

Ma navigare a vista, senza un chiaro piano strutturale di medio-lungo periodo per sostenere gli acquisti di veicoli a impatto zero e a basse emissioni di CO2, ci espone a notevoli rischi. Serve adottare una politica diversa per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei e non quella suggerita dalle misure emergenziali. Lo stanziamento di adeguate coperture finanziarie, atte ad accompagnare il rinnovo del parco auto circolante più vecchio ed inquinante, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, deve essere quindi centrale nell’attuare le politiche destinate alla transizione ecologica, evitando perdite di professionalità, competitività e tagli occupazionali.

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