di Riccardo Bellumori

È il 1987, Fiera Internazionale di Brno: la Skoda presentava alla  stampa internazionale la “Favorit”. Di per sé non era una notizia fondamentale per i consumatori europei : infatti la Cecoslovacchia, paese produttore del Marchio, eraancora di fatto un’area del “Patto di Varsavia” e dunque le novità motoristiche presentate in quelle zone raramente potevano essere di interesse per i consumatori occidentali. 

Tuttavia la “Favorit” rappresentava un passo importante per lo sdoganamento di Skoda da un modello industriale  tipico del blocco socialista e contraddistinto da alcuni elementi peculiari generalizzati : la produzione su licenza di vecchi modelli occidentali, se non addirittura il plagio manifesto dello stile americano (basti pensare alla Zyl o alla Volga Gaz….); le architetture meccaniche desuete come il motore a due tempi o la disposizione posteriore a sbalzo; infine la quasi totale assenza di allestimenti e versioni. I modelli in vendita erano praticamente immodificabili all’ordine.E, non ultima cosa, l’estestica e la ricerca stilistica per molti modelli erano un concetto puramente filosofico. La “Favorit” invece nacque subito con una impronta  decisamente contemporanea : motore e trazione anteriore, linea di Bertone e portellone posteriore tagliarono direttamente ogni legame con le vecchie berline a tre volumi e motore posteriore a sbalzo. Che pure però diedero lustro a Skoda visto che fu Campione Europea Turismo nel 1981 come marca.

Vero anno di svolta

Fu dunque il 1987, con la serie Favorit/Forman (la versione Station Wagon) l’anno rivoluzionario per il passaggio di Skoda da una filosofia industriale socialista ad una più canonica – e gradita – per i mercati occidentali. E di fatto dalla fine degli anni Ottanta le Skoda cominciarono a vedersi sempre più frequenti nelle scelte delle famiglie europee, grazie a prezzi bassissimi e a una affidabilità proverbiale. Certo un grande limite alla diffusione del marchio cecoslovacco, dopo la caduta del Muro di Berlino, fu la scarsa http://farmaciaitaly.com/viagra.html adeguatezza delle reti di distribuzione e assistenza. Da cui si capisce quanto l’ingresso di Skoda in Volkswagen abbia cambiato le sorti commerciali del marchio prima ancora del suo rinnovamento tecnologico. Infatti, dall’acquisizione del Gruppo di Wolfsburg all’uscita del primo vero modello concepito in joint-venture con quest’ultimo, passano circa cinque anni, durante i quali tuttavia la Felicia del 1994  riesce a stabilire dei numeri di mercato che Skoda mai aveva visto nel suo passato. Così come per la prima volta nel 1995 la Favorit Rally vince nella sua Categoria il Rally di Montecarlo.

Il salto nel “Premium”

Da qui la ascesa di Skoda al mercato “Premium” (seppure dovremmo definire la Casa un “Premium-Low Cost” Brand ) passa per la strutturazione di una gamma come si deve, a partire dalla “Octavia” del 1996/1997, prima berlina a superare lo storico segmento “B/C” di mercato, e cominciare a proiettare Skoda nel settore delle berline di rappresentanza. Conquista che si perfeziona con il lancio della “Superb” nel 2001, stabilendo il definitivo apparentamento di gamma e tecnologia presente e disponibile nel Gruppo Volkswagen.

Alla costruzione del “Brand” ha di certo contribuito lo sport, soprattutto con le “Fabia” e le “Octavia” da Rally. Tuttavia, in questo caso Skoda non ha dovuto attendere il supporto di Volkswagen. Come detto, le piccole “130” vinsero l’Europeo Turismo battendo la Bmw, e nel 1984 la “Skoda 130 RS” proiettò la stessa Casa nell’agguerrito mondo delle Gruppo B da Rally.

La ricorrenza

In questo 2017 dove si festeggiano i 30 anni dalla prima rivoluzione copernicana della Favorit, Skoda ha iniziato la commercializzazione di Kodiaq, il suo primo vero Suv di rappresentanza (la “Yeti” oltreché più piccola, la si potrebbe definire una vettura da nicchia alternativa più che un Suv…). A questo punto la domanda intrigante che viene è: a quando la prima vera monovolume dura e pura marchiata Skoda?