Sicurezza stradale: se Bruxelles rema contro

di Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet & Mobility

Avremo strade meno sicure. La Commissione Ue, con il Regolamento 2021/267, ha stabilito il posticipo di 10 mesi per le revisioni in scadenza tra settembre 2020 e giugno 2021 di auto, furgoni e camion. Cosa significa in termini di sicurezza? Circa 6 milioni di veicoli, tra auto e furgoni leggeri, secondo un’analisi Dekra su dati Aci, ritarderanno di mezzo anno quella revisione che farebbe emergere, e correggere, anomalie negli impianti di sicurezza e nelle emissioni. Parliamo di 4,4 milioni di veicoli con più di 10 anni di vita o di 3,8 milioni molto inquinanti, con motori Euro 0/1/2/3 e 4. A questi vanno aggiunti quasi 430mila camion, due su tre di quelli in circolazione, più vecchi di 12 anni e con motori Euro4 o antecedenti.


Ricordiamo che un camion Euro1, rispetto a uno Euro6, emette 20 volte più ossidi di azoto e 33 volte più polveri sottili. Prima di riempirsi la bocca di motori elettrici e propulsione green, sarebbe il caso di controllare che i vecchi mezzi inquinanti funzionino a dovere. Questione di serietà e realismo, merci rare in tema di ambiente. Se parliamo di sicurezza, la faccenda è ancor più grave. Da questa risoluzione emerge come per Bruxelles la sicurezza non sia un valore positivo e un volano di quell’economia sostenibile di cui tanto chiacchierano, bensì un costo da cui proteggere automobilisti e camionisti. Evidentemente, è preferibile avere incidenti e vittime piuttosto che garantire che tutti i mezzi in circolazione siano a norma.

Inoltre, far risparmiare poche decine di euro di revisione mette in ginocchio e forse condanna alla chiusura migliaia di officine, con una stima di minor fatturato 2021 di 1,2 miliardi, a cui si aggiungerebbero minori entrate nelle casse pubbliche per un terzo di miliardo. Tuttavia, potrebbe non andare così. Il governo ha in mano la possibilità di «non applicazione» del Regolamento, come fatto da 24 Paesi membri, ma non da noi, nel 2020 in occasione della medesima proroga e, come pare, tanti siano intenzionati a fare anche nel 2021. Visto che è cambiato il vento a Palazzo, è possibile aspettarsi non parole, ma opere di bene?

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