Sicurezza stradale: il punto di Renault
di Roberta Pasero
Se c’è una buona notizia in queste settimane di black out è che si sono quasi azzerati gli incidenti stradali. Niente conta delle giovani vite perdute il venerdì e sabato sera sulle strade italiane. Niente stragi post discoteca e post alcol. Pochissime vite spezzate su chilometri d’asfalto molte volte per la nostra distrazione. Secondo i primi dati di Polizia stradale e Carabinieri nel mese di marzo gli incidenti sulle nostre strade extraurbane sono diminuiti del 62,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Però cosa accadrà quando la vita riprenderà a correre alla velocità di una volta? Secondo il Rapporto 2018 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli incidenti stradali sono la prima causa di mortalità delle persone dai 5 ai 29 anni e sono responsabili ogni anno di 1,35 milioni di decessi nel mondo, ossia un morto ogni 24 secondi. Una vera e propria pandemia che rappresenta una sfida per le Case automobilistiche per ridurre la mortalità e anticipare la mobilità del futuro.
Per Renault tutto si gioca su cinque verbi: sensibilizzare per educare i giovani ai pericoli della strada, prevenire aiutando il conducente a prevedere i rischi anche con dispositivi di assistenza alla guida, correggere il comportamento su strada, proteggere gli occupanti del veicolo dalla gravità degli urti e soccorrere per prestare soccorso ai feriti collaborando con i vigili del fuoco in tutto il mondo.
Già, ma come mettere in pratica questi cinque punti? Innanzitutto producendo veicoli sempre più sicuri con Adas sempre più innovati, come l’Highway and Traffic Jam Companion che associa l’Adaptive Cruise Control con l’assistenza al mantenimento nella corsia, in modo da ridurre i rischi di incidente e migliorare la protezione degli occupanti e degli altri utenti della strada. Adas che hanno consentito aNuova Clio di venire designata con Audi A1 da Euro NCAP la city car più sicura tra tutti i modelli testati nel 2019.
E poi studiando, analizzando, pensando alla sicurezza stradale a tavolino, in laboratorio. O meglio nel Lab, il Laboratorio di incidentologia, biomeccanica e studi del comportamento umano, creato nel 1969 da Renault con il Gruppo Psa e formato da venti esperti di sicurezza stradale delle due costruttori. Lo scopo? Osservare, analizzare e prevedere i comportamenti alla guida in modo da “progettare” la sicurezza stradale del futuro.