Simone Miatton, presidente e amministratore delegato di Michelin Italia
Sicurezza? Rispondono Michelin e Censis
di Gabriele Villa
Mille domande in cerca di mille risposte. Per sapere come guidare, come sentirsi sicuri in auto. E scoprire, grazie al rapporto-inchiesta di Michelin-Censis, se l’auto è ancora il mezzo principe per gli spostamenti urbani, extraurbani. Così come per i nostri impegni di lavoro o per i momenti di evasione nel week-end e nelle nostre vacanze.
In automobile la voglia di sicurezza vince su tutto, gli italiani non si fidano della guida automatica. Viaggiare sicuri è il primo desiderio degli italiani che si spostano con la propria auto. Vogliono tante tecnologie per la sicurezza, che evitino le collisioni, aiutino a guidare in situazioni pericolose, monitorino lo stato di salute del guidatore. Invece, l’auto senza autista umano, a guida automatica, non rassicura. Il 47,8% degli italiani è contrario, il 30,4% favorevole e il 21,8% indifferente. Tra i contrari, il 35,7% pensa che solo una persona alla guida sia una vera garanzia di maggiore sicurezza. Solo il 10,5% dei favorevoli crede che la guida automatica darà maggiore sicurezza. Il no all’auto senza autista dipende proprio dalla convinzione che non innalzerà gli standard di sicurezza.
È quanto emerge dal “Rapporto Censis-Michelin sulla mobilità degli italiani”. Viaggiare sicuri vuol dire avere buoni freni e buoni pneumatici. I componenti dell’auto di cui si occupano gli italiani, prima di iniziare un viaggio per garantire maggiore sicurezza alla guida, sono per il 71,7% i freni, per il 64,7% gli pneumatici, poi l’olio del motore (36,2%), le cinture di sicurezza e l’airbag (30,1%), l’acqua del radiatore (22%), il funzionamento delle luci (18,5%) e la frizione (10,7%).
Da freni e pneumatici dipende la sicurezza, per questo gli italiani prestano così tanta attenzione a questi due componenti. I freni sono richiamati di più dalle donne (73,3%) e gli pneumatici dagli uomini (70,5%), che li reputano importanti tanto quanto i freni. Solo il 3,4% degli italiani dice che tutto è ugualmente importante: la grande maggioranza sa invece distinguere tra i componenti e punta a tenere d’occhio il corretto funzionamento di freni e pneumatici.
Pneumatici, un ruolo-chiave
“Dal Rapporto Censis emerge che oggi è diffusa la consapevolezza di quale ruolo giochino gli pneumatici nella sicurezza degli utenti della strada”, ha detto Simone Miatton, presidente e amministratore delegato di Michelin Italia. “Purtroppo, però, per l’automobilista non sono disponibili informazioni sulle prestazioni e il livello di sicurezza dei suoi pneumatici quando sono usurati, condizione nella quale tutti ci troviamo quando siamo a bordo di una vettura. Michelin propone quindi l’introduzione di test sugli pneumatici usurati. Fornire dati e informazioni corrette a tutti gli automobilisti è indispensabile per contribuire al progresso di una mobilità sempre più sicura e consapevole per tutti”, ha concluso Miatton.
Ma quale bicicletta o mezzi pubblici: è ancora l’auto la regina della mobilità degli italiani. Il 65,4% degli italiani (era il 57,4% nel 2001) utilizza l’automobile per i propri spostamenti: sono 27 milioni, con un incremento del 17,4% rispetto al 2001. Nel lungo periodo si riduce il ricorso al trasporto pubblico (-20,3% dal 2001, lo utilizzano 1,8 milioni di persone nel giorno feriale medio), alla moto (-45,7%, la utilizzano 1,2 milioni di italiani), alla bicicletta (-10,4%, la utilizzano 1,4 milioni di persone) e la quota di persone che si spostano a piedi (-23,6%, 7,1 milioni di persone). Bicicletta, moto e mezzi pubblici non scalfiscono il primato dell’auto.
Sulla distanza l’auto non ha rivali
Distanze più lunghe e meno abitudinarietà: ecco perché vince l’auto. Sono 11,4 milioni (ben 4 milioni in meno rispetto al 2001) le persone che nel giorno feriale medio percorrono fino a un massimo di 2 km di spostamento. I “pendolarissimi”, che percorrono oltre 50 km al giorno, sono 1,2 milioni (500.000 in più rispetto al 2001), 9,7 milioni percorrono tra 10 e 50 km (+2,9 milioni), 19 milioni tra 2 e 10 km (+2 milioni). Meno prossimità, più pendolarismo su distanze medio-lunghe: ecco la quotidianità della mobilità, esito della dilatazione della residenzialità soprattutto intorno alle grandi città.
E cresce la mobilità per il tempo libero: pesa per il 34,8% degli spostamenti (+2,1% tra il 2008 e il 2016), per il 36,7% si tratta di spostamenti per ragioni di studio o di lavoro (+0,8%), per il 28,5% per la gestione familiare (-2,9%). La quota di mobilità per il tempo libero cresce molto in ambito urbano e anche negli spostamenti extraurbani. L’auto vince perché gli italiani affrontano ogni giorno distanze maggiori e, più ancora, perché anche la mobilità è sempre più personalizzata, legata al tempo libero.