Segnali gravi dal mercato: stime giù per il 2020

di Michele Crisci*

In un contesto di grande incertezza, con un mercato delle autovetture già di per sé depresso, si inserisce la crisi da coronavirus, la cui durata e impatto sono al momento ancora tutti da vedere. I dati dei primi due mesi dell’anno mostrano già il rischio di mettere in ginocchio un settore fondamentale per il Pil italiano, viste le potenziali gravi ripercussioni sulla filiera della distribuzione e dell’assistenza, che conta oltre 160.000 occupati nel nostro Paese.

Le aree interessate dal blocco delle attività nell’ultima settimana di febbraio sono ubicate nelle tre regioni che rappresentano oltre 1/3 del mercato auto. L’assenza di traffico nelle concessionarie pur non impattando, se non in modo marginale, il risultato del mese scorso, lascia purtroppo presagire un crollo delle immatricolazioni nei prossimi mesi. Grave segnale si riscontra dal canale dei privati le cui vendite scendono addirittura del 19%, arrivando a pesare solo il 51% del mercato, un dato vicino al minimo storico.

I dati di febbraio non riflettono ancora l’impatto che il coronavirus avrà sull’economia del nostro Paese, ma lasciano presagire il rischio di chiudere l’anno con un volume totale di mercato più vicino ad un milione e mezzo di immatricolazioni, che non al milione e novecentomila stimato fino a poche settimane fa. Numeri che richiamano alla memoria il punto più basso del mercato, nel 2013. Unrae chiede pertanto al Governo di far fronte con urgenza alla crisi in atto, anche al di là delle misure poste in essere per le zone più colpite.

Unico raggio di luce nel mercato è l’aumento a tripla cifra della domanda di veicoli a ridotte emissioni, che beneficiano del contributo Ecobonus, misura promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente, che andrebbe assolutamente rafforzata.

*Presidente di Unrae

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