Se la politica fa da freno
di Gian Primo Quagliano*
In marzo sono state immatricolate in Italia 213.731 autovetture con un calo del 5,75% sullo stesso mese del 2017. Questa contrazione, che segue un calo dell’1,4% in febbraio e una crescita del 3,36% in gennaio, è dovuta a un complesso di ragioni. Innanzitutto in marzo (come d’altra parte in febbraio) vi è stato un giorno lavorato in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, giorno lavorato che vale circa il 4,5% delle immatricolazioni mensili. In secondo luogo, dopo la forte ripresa del 2015 (+16%) del 2016 (+16%) e del 2017 (+8%), nel 2018 la corsa delle immatricolazioni rallenta per ragioni fisiologiche. In terzo luogo un freno sulle decisioni di acquisto di beni di consumo durevole è venuto dalla consultazione elettorale a cui sta seguendo una fase post elettorale lunga e piena di incertezze.
Le strategie dei costruttori
Infine la quarta ragione della frenata di marzo è la prosecuzione del rallentamento, in atto fin dall’ottobre scorso, nella politica dei chilometri zero, che, come è noto, sono vetture nuove immatricolate a concessionari per essere vendute come “usato con chilometri zero” con forti sconti nelle settimane successive all’immatricolazione. Diversi marchi anche in marzo hanno allentato la pressione sui “chilometri zero” sia per privilegiare i margini che per consentire alle loro reti di vendita di smaltire scorte di “chilometri zero” accumulate negli ultimi mesi.
La fiducia rimane
Nonostante il risultato non particolarmente brillante di marzo e del primo trimestre (che si è chiuso con 574.130 immatricolazioni e con un calo dell’1,55%) le prospettive per il mercato automobilistico nel 2018 non sono negative. Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine marzo risulta infatti che i concessionari stanno registrando un discreto miglioramento nell’affluenza di visitatori nelle show room e nell’acquisizione di ordini ed inoltre il 67% degli interpellati ritiene che le vendite nel prossimo futuro saranno stabili o in aumento. Anche il clima di fiducia determinato dal Centro Studi Promotor, sintetizzando i risultati delle sue inchieste congiunturali, in marzo è in miglioramento coerentemente con il clima di fiducia dei consumatori determinato dall’Istat, elemento questo molto importante perché indicativo della propensione all’acquisto anche di beni di consumo durevole come l’automobile.
In attesa del nuovo Governo
Ovviamente sulle prospettive del mercato dell’auto nei prossimi mesi influirà l’impatto delle decisioni che verranno assunte (o non verranno assunte) dal Governo, di cui si attende la costituzione.
*Presidente del Centro studi Promotor
Dire che le auto costano ormai una fucilata rispetto al salario di un operaio ?
Fcciamo una proporzione di cosa costava una Golf nel 1988 in termini di mesi di salario e cosa costa oggi.
Sono d’accordo. Con l’euro ė raddoppiato tutto, e una utilitaria che costava 8/9 milioni ora c’è la fanno pagare, in proporzìone, tra 16 e 20 milioni delle vecchie lire. Eccessivo.