Scudieri (Anfia): auto e imprese da tutelare e rilanciare

Paolo Scudieri, presidente di Anfia, ha partecipato con Michele Crisci e Adolfo De Stefani Cosentino, rispettivamente al vertice di Unrae e Federauto, a una conferenza stampa (le associazioni della filiera si sono ancora una volta presentate unite) per chiedere fermamente al governo un efficace cambio di passo allo scopo di favorire, con un piano strategico, la transizione ecologica e, soprattutto, il rinnovamento del parco auto italiano.

Le proposte: rifinanziamento nel 2021 degli incentivi per le auto nella fascia 61-135 g/km di CO2 emessa e per i veicoli commerciali, ormai agli sgoccioli, proroga dell’ecobonus fino al 2026 per le auto fino a 60 g/km di CO2, scadenze più flessibili per la transizione energetica. Servono, inoltre, soprattutto investimenti nelle infrastrutture di ricarica per superare il gap con gli altri Paesi europei, visto che l’Italia è al sedicesimo posto.

Scudieri è stato intervistato da Pierluigi Bonora, oltre che sul tema incentivi (in proposito si è parlato della strumentalizzazione immediata da parte di Legambiente che ha “frainteso” le richieste del settore), sulla situazione delle imprese italiane legate all’automotive e della necessità che si vari una politica che delinei una reale strategia industriale. Il lungo di periodo di pandemia ha di fatto messo in ginocchio il comparto che deve essere ora “accompagnato” in direzione della ripartenza, alla luce anche dei profondi e costosi cambiamenti in atto.

“Per la filiera dell’auto – ha osservato il presidente di Anfia – servono investimenti in nuove tecnologie: non solo elettrico, ma anche idrogeno, connettività, digitalizzazione dei processi. Interventi da attuare tramite il Recovery Plan. Il futuro è ambizioso”. Un cenno, infine, a Stellantis. Aderirà ad Anfia oppure a Unrae o deciderà di non legarsi (in scia alla ex Fca) alle associazioni di categoria?

 

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