Scopertura assicurativa. La doppia ingiustizia, anzi tripla

di Giordano Biserni*

Stando ai dati Consap,  ben illustrati in un articolo de “La Stampa”, sulla ormai sedimentata e ampliata diffusione dei veicoli scoperti di assicurazione Rca la situazione è ormai fuori controllo e i tentativi per  contrastare il fenomeno appaiano più che timidi e del tutto inadeguati.

La situazione viene riassunta dal prestigioso quotidiano torinese con questi semplici dati, il Fondo vittime della strada,  “ogni anno eroga tra i 300 e i 400 milioni di euro in risarcimenti, è alimentato quasi del tutto con un prelievo dai premi pagati da chi stipula una Rc auto; da anni le assicurazioni sono più a buon mercato e uno degli effetti è che la quota prelevata tra il 2012 e il 2015 è crollata del 20%: trattenere il 2,5% non basta più”.

Un veicolo su otto è scoperto

A questa situazione si deve aggiungere anche che gli evasori, cioè i mezzi non coperti da assicurazione sono ormai il 12%, come dire che quando incrociate dei veicoli sul vostro cammino 1 su 8 è scoperto! Questa percentuale è poi molto più elevata nel Mezzogiorno dove in alcuni comuni si tocca quota 50% di veicoli “scoperti” di assicurazione. Questo significa che dei veicoli che si incrociano uno è assicurato e uno no! Una situazione che richiederebbe misure drastiche con paesi che andrebbero “accerchiati” per procedere a  un filtro serio di tutti i veicoli bloccando tutti quelli non assicurati.

Troppi furbi che rappresentano un pericolo

La prima ingiustizia è proprio quella di permettere a questa percentuale così elevata di furbi titolari di veicoli non assicurati, di circolare quasi indisturbati. La sanzione prevista dall’art.193 CdS,  di 848 euro che diventano 593,60 se si paga entro 5 giorni, non costituisce certo una somma dissuasiva considerato quello che si paga in certe province per assicurare una vettura o solo un ciclomotore. Gli accertamenti da remoto, con contestazione successiva, di fatto sono al palo in attesa delle auspicate modifiche legislative che permettano una  sorta di pesca a strascico per individuare e sanzionare in forma seriale i veicoli non assicurati.

Rischio rincari

La seconda ingiustizia è quella che per far fronte al lievitare dei costi determinati dall’aumento dei furbetti, ora c’è il rischio che tutti gli altri automobilisti e motociclisti si trovino a dover pagare un premio maggiorato,  visto che con l’attuale normativa la percentuale da versare al Fondo potrebbe salire dall’attuale 2,5% al 4%. Quindi saranno gli onesti a dover pagare.
La terza ingiustizia consiste nel percorso a ostacoli che devono percorrere gli onesti assicurati quando incappano in un sempre meno improbabile incidente con un veicolo scoperto. Lo spiegano bene Marco Grasso e Roberto Sculli su “La Stampa”: “Le vittime di pirateria stradale si trovano spesso ad affrontare un calvario che li porta direttamente da un letto d’ospedale a un’aula giudiziaria, tra tempi di attesa lunghissimi e vicoli ciechi della burocrazia. Le vittime, o i loro familiari, spesso sono costrette a fare causa al Fondo, col risultato che i contenziosi allungano tempi e costi, oltre ad accrescere il livello di solitudine delle famiglie che si trovano a fronteggiare simili drammi.

Perché accade? Una delle spiegazioni è l’alto rischio frode, ma non è l’unica.” C’è altro da aggiungere per spiegare quali e quante sono le ingiustizie che ricadono sugli  automobilisti onesti e corretti? E tutto questo non rischia di allargare la platea dei “furbi”? Alcuni per convinzione, altri per costrizione e tutti per convenienza…?  Cosa si aspetta a fare sul serio sulla questione coperture assicurative in Italia? Perché questo stallo? Perché questo quasi complice silenzio? Si attendono risposte veloci.

*Presidente di Asaps

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