Schroders: Covid-19 e cambiamento climatico

 

di Andy Howard, Global Head of Sustainable Investment, e Simon Webber, Global and International Equities, Schroders

Sebbene l’urgenza dell’attuale crisi stia giustamente occupando le energie delle autorità, il cambiamento climatico pone una minaccia potenzialmente maggiore. Con la 26° Conferenza delle Parti (COP26) all’orizzonte, i governi dovrebbero, alla luce della crisi, cogliere l’occasione per stabilire una nuova direzione nelle politiche sul clima e nuove ambizioni in termini di leadership.

Il cambiamento climatico è più pericoloso del virus. Secondo gli ultimi dati, le vittime della pandemia di Covid-19 hanno raggiunto le centinaia di migliaia. Per quanto tale cifra sia sconvolgente, gli effetti del cambiamento climatico su salute e mortalità sono potenzialmente ancora più drastici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che tra il 2030 e il 2050 il riscaldamento globale, se non attenuato, causerà ulteriori 250.000 vittime all’anno per caldo, malnutrizione, malaria e dissenteria. L’impatto economico sarà altrettanto severo sul lungo termine.

La sfida posta dal clima non ha avuto una risposta di dimensioni simili a quella generata dal Covid-19. Le principali economie mondiali hanno annunciato pacchetti di stimoli per un totale che supera i 15.000 miliardi di dollari. La portata delle misure fiscali è circa doppia rispetto a quella adottata dagli stessi Paesi in risposta alla crisi finanziaria globale. Si tratta di una risposta che supera di 10 volte la spesa annuale globale destinata agli sforzi per mitigare il cambiamento climatico.

La leadership politica ha portato a un cambiamento nei comportamenti. La minaccia posta dal virus ha messo in evidenza l’importanza di una leadership politica forte. Di fronte a una minaccia chiara e identificabile e a una decisa leadership politica, le società hanno risposto rapidamente. Da un punto di vista puramente climatico, ci sono stati dei benefici derivanti da questo cambiamento comportamentale. Sembra probabile che il 2020 segnerà il quarto anno, in trent’anni, di riduzione delle emissioni globali e potrebbe trattarsi del calo più importante mai visto.

Tale riduzione rappresenta un benefit per le aziende con obiettivi climatici di lungo termine. Abbiamo visto di recente un aumento della pianificazione di obiettivi e attività legate al clima, ma con la ripresa dei trasporti e del settore industriale, e quindi delle emissioni globali di carbonio, sarà fondamentale monitorare le aziende. Target come “zero emissioni entro il 2050” dovrebbero essere supportati da obiettivi di più breve termine e da piani chiari per ridurre l’impatto ambientale generato dalle aziende.

Per gli obiettivi climatici la strada è ancora lunga. Lo strumento di analisi “Schroders Climate Progress Dashboard” offre una misura oggettiva della rapidità e delle dimensioni delle iniziative globali per il clima. Al momento, sulla base dei diversi driver esaminati, stimiamo un aumento della temperatura di lungo termine di 3,9° rispetto ai livelli pre-industriali.

Nel primo trimestre del 2020 due cambiamenti importanti si sono compensati tra di loro: il prezzo medio globale del carbonio è precipitato, toccando i 15 euro per tonnellata, collocandosi a un livello coerente con un aumento delle temperature globali di poco superiore ai 4°, secondo le nostre stime; una brusca contrazione nel livello di investimenti di capitale nei combustibili fossili tra fine 2019 e inizio 2020 rende plausibile una crescita nella produzione coerente con un aumento della temperatura di lungo termine di circa 3,6°.

 

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