Salvini nell’arena del Dealer Day. E io gli chiederei…

di Massimo Ghenzer*

Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, il 14 maggio sarà a Verona, al Dealer Day, per partecipare a un dibattito sullo stato del mondo dell’auto in Italia. Scelta intelligente e lungimirante. L’industria dell’auto, con la sua filiera, occupa uno spazio determinante nello sviluppo economico del Paese con centinaia di migliaia di addetti diretti e indiretti, e con una bella fetta di Pil che dipende dalle sue condizioni. Salvini è ritenuto, in Italia e in Europa, uno dei politici più influenti: è in grado di intercettare gli umori e di interpretare i desiderata della gente. Ne deriva che le aspettative dell’incontro di Verona siano molto elevate. Non ricordo che negli ultimi anni politici apicali si siano dichiarati disponibili a un dibattito pubblico con il mondo dell’auto «rischiando», peraltro, anche l’impopolarità.

Salvini, invece, si espone e confidiamo che il suo contributo sia di buon senso e si dimostri disponibile a confrontarsi con gli esperti del settore senza ricorrere ad astuzie tipiche dei politici. Il mondo dell’auto è sprofondato nell’ansia e nell’incertezza con dubbi sulla sostenibilità economica dei nuovi limiti di emissione voluti dalla Commissione Ue, la dura battaglia al diesel e la spinta ad acquistare le vetture elettriche che sono care e ancora poco pratiche per un utilizzo esteso.

Se fossi a Verona, la prima cosa che chiederei al vicepremier è «cosa intende fare per dare di nuovo fiducia al mercato in generale, agli operatori e al consumatore medio». Quindi, «una dichiarazione pubblica che rimetta ordine sulla verità tecnica delle emissioni dei motori, uscendo dalle iniziative demagogiche di alcuni suoi colleghi politici». Terza cosa, «il vero programma di sviluppo dei punti di ricarica veloce per le auto elettriche». E, per ultimo, «quale pensa debba essere la strategia per rimpiazzare in maniera sostenibile e pragmatica il parco circolante antico con vetture moderne, anche usate». Salvini aspira a un’Italia meno subalterna e più conscia delle sue potenzialità e dei suoi problemi. Credo che per questo obiettivo troverà solidarietà nel mondo dell’auto.

*Presidente di Areté-Methodos

 

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