Russatori e guida, sonnolenza in agguato

L’opinione pubblica non è ancora sufficientemente consapevole dei rischi che la sonnolenza può comportare quando si è alla guida.  Forse, uno dei motivi è legato al termine stesso “sonnolenza”: non si tratta di “addormentarsi” al volante, ma di entrare in un micro-sonno,  di “dormire a occhi aperti” per due o tre secondi: un arco di tempo che appare insignificante, ma dato che in autostrada,  a una velocità di 130 km/h,  in un secondo il veicolo percorre 36 metri, in un paio o tre secondi il veicolo copre una distanza di circa 100 metri, l’altezza di un grattacielo, con il guidatore praticamente cieco. Anche  un lievissimo spostamento del volante comporta lo sbandamento della vettura, che esce di strada, con conseguenze sempre gravi.

É questo uno dei principali motivi di incidenti che accadono in rettilinei, senza che ci sia un urto con altri veicoli, senza segni di frenata: incidenti apparentemente inspiegabili. E’ la sonnolenza la causa diretta o la concausa di un elevato numero di incidenti, incidenti che, secondo una recente indagine dell’Osservatorio Internazionale della Salute (O.I.S.),  hanno provocato nello scorso anno 200 decessi (rispetto ai 3.400 complessivi) e non meno di 12.000 feriti sui 247.000  totali. Queste cifre sono certamente prudenziali, ma già danno l’idea dell’enorme costo umano che le famiglie del nostro Paese subiscono, oltre ai costi sociali  che, sempre stando a questa valutazione numerica,  sfiorano il miliardo di euro l’anno.

Questi incidenti non sono dovuti né a sciagure né a disgrazie, ma soltanto a mancanza di informazione sulla sonnolenza e sui  pericoli che questa comporta quando una persona  ne è affetta ed è alla guida.

La sonnolenza può essere provocata da molti fattori: da un pasto abbondante, da bevande alcoliche, da preesistenti patologie, ma è motivata o amplificata principalmente da carenza di  sonno, e, si badi bene, di un sonno “riposante”.   Non è infatti riposante – e sono ancora  in pochi a saperlo – un sonno disturbato da apnee notturne, normalmente note come il russare.

Nel sonno, il nostro tono muscolare è rilassato e nella faringe  si può formare un ostacolo al passaggio dell’aria ai polmoni e alla conseguente  ossigenazione del cervello.  Di qui la reazione di difesa del corpo con il fastidioso rumore, fastidioso per gli altri ma anche per chi dorme, seguìto spesso da un  improvviso fremito che ristabilisce momentaneamente l’ossigenazione. Il risultato è che una persona che russa ha un sonno http://farmaciainitalia.com disturbato: quando si alza la mattina, non è sufficientemente riposato, indipendentemente dal numero di ore trascorse nel letto.

L’ indagine dell’Osservatorio Internazionale della Salute, cui si è fatto cenno più sopra, condotta su quasi 100.000 medici italiani di diverse discipline, ha  messo in luce che quasi l’80 %  di essi ha tra i propri assistiti persone che dichiarano di russare: persone affette senza saperlo di apnee ostruttive  o OSAS (ObstructiveSleep Apnoea Syndrome): una patologia  finora troppo sottovalutata e che può essere curata,  con benefici per chi dorme, oltre che per chi gli sta accanto … ,  e  per la sicurezza stradale.

Proprio per i rischi di incidenti stradali  connessi al russare, nel corso del 2016 i ministeri dei Trasporti e della Salute hanno recepito con chiarezza una Direttiva europea del 2014 sui rischi che le apnee notturne possono provocare alla guida: “ … la patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave e incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione …” . A fronte di cure, il disturbo diminuisce e,  a un successivo controllo, la commissione medica locale può dare o rinnovare la patente per uno o tre anni, a seconda della categoria della patente stessa.

Il recepimento di tale direttiva è un’ulteriore e chiara dimostrazione della necessità di curare le apnee notturne. Ma la normativa in questo caso appare più avanzata del comune sentire:non soltanto nell’opinione pubblica, il russare è considerato un  fatto fisiologico, quasi normale, ma di fronte al timore di avere la patente di guida sospesa, con  conseguenti effetti sull’attività lavorativa, questo disturbo non viene ricordato né al medico di famiglia, né tantomeno  al medico in sede di rilascio o di rinnovo. In altri termini, non ci si cura da questo disturbo che rappresenta un oggettivo danno fisico, e non ci si cautela  dai rischi di incidenti stradali, che comportano gravi danni a se stessi ed agli altri.

É necessario quindi che da parte dei medici stessi e dai mezzi di informazione venga dedicata maggiore attenzione a questo problema che può considerarsi a tutti gli effetti un problema sociale.

(G.C.)
dicembre 2016

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