Tony Damascelli
Rosso non è un colore. Rosso è Ferrari
Settant’anni sono una fetta grande nella vita dell’uomo. Può segnarne il tramonto. E’ l’età della saggezza, della prudenza, della calma. La Ferrari è una giovanissima settantenne, non è calma, non è prudente, è saggia soltanto se serve. Non sa che cosa sia il tramonto, ama soltanto l’alba. Ha conosciuto i migliori anni della sua vita ma ha saputo farli vivere anche agli altri, a un popolo dovunque, a re e a miliardari, a bambini e adulti sognatori, di razze e lingue diverse, uniti e riuniti a fare folla colorata, mentre la rossa passa e corre e vince e regala il riscatto. Rosso non è un colore. Rosso è Ferrari. Ferrari è Italia. Ferrari è un cognome bandiera. Non si ammaina. Si sventola. Ferrari è l’orgoglio di essere italiani lontano dalla nostra terra. Può farlo una vettura così preziosa, così lussuosa, così riservata ai privilegiati? Lo ha fatto, lo fa, continuerà a farlo, perché il marchio non è un semplice e carissimo prodotto di mercato, non è un vizio, non è un capriccio. Maranello è un asterisco nell’atlante che scopre nuovi confini. Quel villaggio, eletto poi a “città”, è l’ombelico di un mondo antico e, assieme, modernissimo; è odore di benzina e mani sporche di grasso, uomini in tuta chinati sui pezzi del presepe, Maranello è un parroco che suona le campane a festa ma è anche il ruggito feroce dei motori; quella fabbrica è La fabbrica, quell’automobile è l’Automobile, rossa o gialla o nera o di qualunque altro colore, non cambial’anima, il corpo, l’identità.
Ferrari è l’ambasciatore di un’Italia che ha saputo resistere a se stessa, perché esiste davvero, Ferrari è la risposta alla crisi che soffoca gli artigiani, l’industria, le aziende, il lavoro, Ferrari è la storia che sa difendersi dalla cronaca. Ferrari non è soltanto il lusso degli emiri, le corse sguaiate a Las Vegas o Montecarlo, a Dubai o a Mosca e New York.
Così si autodefiniva il Drake
Questo non sognava e non voleva “l’agitatore di uomini e di tecniche”, come usava dire di se stesso Enzo Ferrari, un Drago furente, non soltanto cavallino rampante. Quel marchio è un passaporto valido in ogni parte del mondo, senza visto, senza controllo alla frontiera, una password libera, semplice. Helen Hayes, la più grande attrice teatrale americana, disse che gli anni più brutti della vita vanno dai 10 ai 70. Poi viene il bello. E passa una Ferrari.