Rinascita Isotta Fraschini: corsi e ricorsi, luci e ombre (Parte II)
di Riccardo Bellumori
Per riprendere la narrazione dalla prima parte di questa storia, gli appassionati più attenti alle notizie in Rete avranno di certo letto la “bomba” dello scorso luglio: Isotta Fraschini, la “dea”, rinascerà nella Motor Valley emiliano-romagnola nell’ambito di un provvedimento della Regione Emilia Romagna che impegnerà contributi locali, nazionali e comunitari per progetti di sviluppo legati a 17 marchi sul territorio. Con questa notizia si riapre così l’attenzione su un marchio che dopo la vicenda legata alla Rayton Fissore di Giuliano Malvino a inizio anni 2000 era caduto in ombra. O meglio: delle cui sorti e della cui possibile rinascita non si era più parlato, sebbene (a quanto pare) le attività legate ai suoi destini siano continuate “sotto traccia” in modo davvero molto intenso.
Io, “la” vicenda Isotta Fraschini, quella rilanciata da Rayton Fissore in Calabria, la ricordo come fosse ieri per l’eco e la suggestione che generò in quel periodo. Erano gli anni ’90, qualcuno di certo ricorderà i grandi maestri del design che dettavano le linee guida dello stile mondiale e cominciavano ad acquisire un fior fiore di commesse in Asia; l’Italia dell’auto era ancora leader europea per quote di produzione, Fiat e Cagiva erano i Gruppi “testa di serie” nel Vecchio continente contro Volkswagen e Bmw (moto); e la fibrillazione di lanci e preannunci di rinascite e arrivi nel mercato (Bugatti, ma anche il progetto di Iso Rivolta “Grifo 90”, la Cizeta Moroder, ad esempio) distoglievano in realtà l’attenzione da una lenta eutanasia di marchi esistenti: stavano per spegnersi Autobianchi, Innocenti, e cominciava il declino di Lancia ed Alfa Romeo. In parole povere, quanto ad emorragia e dismissioni di Marchi Automotive l’Italia si dimostrerà negli Anni ’90 seconda solo alla Gran Bretagna……
Anni ’90: Quando l’Italia dei motori era ancora grande
In questo panorama, gli appassionati si sono entusiasmati nella pur sfortunata vicenda Isotta Fraschini “made in Fissore” del 1993 perché ci si riteneva, tutti, a un passo dal ritorno di una leggenda. A oggi so molto poco del passaggio all’asta dei diritti del marchio alla “Franco Tosi” nel 2003, poiché lo stesso Castiglioni, a ben ricordare, non azzardò mai un tentativo di concreto ritorno nella produzione automobilistica. In mezzo alle date dei passaggi chiave che investirono la Fissore, prima, e la “Franco Tosi”, poi, ricordavo bene che al 2 ottobre del 2000 fu tenuta un’asta per la liquidazione (“vendita senza incanto”) dei soli beni (macchinari, mobilia, terreni e manufatti produttivi) provenienti dal fallimento di ciò che il procuratore di Palmi, Elio Costa, definì “il fallimento di una speranza” di quel sogno “Isotta Fraschini” in Calabria. Ci fu dunque, all’epoca, una acquisizione anche del marchio e dei relativi diritti, oppure fu solo nel 2003 la “Franco Tosi” di Castiglioni ad attribuirsi i diritti Automotive di “IF”? E chi si aggiudicò il lotto “Isotta Fraschini” riferibile a quell’asta del 2 ottobre 2000? Ammetto di non saperlo, ed ecco dunque la mia curiosità di capire anche a chi appartenga oggi – effettivamente – la facoltà di produrre, gestire e commercializzare auto a marchio “Isotta Fraschini”; e conseguentemente capire chi effettivamente potrà aprire – secondo indiscrezioni – gli stabilimenti nella famosa “Motor Valley” emiliano-romagnola a seguito del “Terzo Bando Attrattività”.
Quanti passaggi “in Rete”
La Rete, ahimè, a questo punto non mi aiuta molto a capire da me stesso in modo compiuto, poiché presenta a tutt’oggi una serie di informazioni che è arduo raccordare tra di loro quanto a datazione e successione logica. Ad esempio, dando per ufficiale la data del 2 ottobre 2000 e ponendo che la “Franco Tosi” si sia aggiudicata nel maggio 2003 i diritti sul marchio, disegni industriali e su alcuni esemplari di modelli storici di proprietà Isotta Fraschini; ebbene, chiedo solo per capire, a quali diritti si riferisce una informazione presente su una Brochure promozionale reperibile tuttora in Rete, dal titolo “Invest in Luxury – Isotta Fraschini Milano“? Qui si dà dettaglio di una acquisizione nell’anno 2001 – recita testualmente – di “marchi storici e i suoi diritti di sfruttamento nel mondo…” (perché “marchi” al plurale?) e di una volontà di “…rilanciarli con la creazione di Isotta Fraschini Milano (…), un Gruppo è stato creato per far rivivere lo spirito storico della Isotta Fraschini al fine di concepire nuove icone in movimento, che incarnano l’anima del brand reinterpretato per il XXI Secolo”.
Insomma, ho letto bene: la proposta è di riproporre auto che rechino il nome “Isotta Fraschini”, più precisamente la Brochure si spinge a ipotizzare due modelli esclusivi atiratura limitata a propulsione elettrica, la cui produzione si prevede a Milano. Si segnala l’utilizzo della tecnologia “EREV” (Extended-Range Electric Vehicle), e ovviamente si fa cenno alla serie di caratteristiche esclusive prevedibili per modelli di tale portata. Per dovere di cronaca, a nome degli stessi firmatari della Brochure sopra descritta si registra anche il deposito – nel 2003 – di un Marchio Comunitario Europeo per “IF ISOTTA FRASCHINI MILANO TIPO 8”. Detto deposito è indicato presso l’Ufficio “UAMI” (Ufficio Armonizzazione Mercato Interno) denominato “EUIPO” dal 2016.
In tale passaggio l’ex “Marchio Comunitario” è stato rinominato in “Marchio dell’Unione Europea”. Ma questa è altra storia, mentre sul marchio mi pongo una domanda: vedremo un giorno autovetture marchiate “IF Isotta Fraschini Milano Tipo 8”? Attualmente, come ricavato sempre dalla Rete, pur se le attività note di “Isotta Fraschini Milano” sono ascrivibili al comparto del fashion (profumi ed annunci di accordi per produzioni sartoriali) è attiva la Webpage di un sito che evoca senza dubbio le forme seminascoste di un’auto futuribile. Poiché, confermo, non so se navigando in questo sito mi fossi trovato di fronte alla “Isotta Fraschini” che potrebbe prendere vita nella Motor Valley; per capirci di più ho provato a contattare direttamente “Isotta Fraschini Milano” usando il “Form” presente sul sito stesso.
In attesa di eventuali riscontri, voglio completare il quadro variegato da me ricordato in Rete circa i passaggi – reali o tentati – dei diritti automobilistici sul marchio Isotta Fraschini. Perché, infatti, giova ricordarlo, rimane nella piena disponibilità di Fincantieri la “Isotta Fraschini Motori SpA” nel medesimo sito industriale fondato nel 1964 a Bari, dove la società produce ancora e senza interruzioni ottimi motori Diesel per la nautica, il settore energetico e il comparto militare.
Anche nel 2009: quanti tentativi di acquisto del marchio “IF”
Come detto, anche l’appassionato “occasionale” che volesse ricostruire i passaggi salienti della possibile rinascita di un patrimonio nazionale come “Isotta Fraschini” potrebbe incontrare una qualche difficoltà nel mettere insieme tutti i passaggi ricordati in Rete dall’inizio del Duemila.
Come dimenticare, a esempio, il tentativo (era all’incirca il 2009) di acquisizione da parte di Domenico Reviglio (che nella sua pagina Linkedin si autodefinisce “Imprenditore di lungo corso”) attraverso la sua “Keplero” nata nel 2007 come “SPV creata appositamente per lo sviluppo del BP Automotive con Bertone” dei diritti sui marchi “Isotta Fraschini” e “Moke”? L’orientamento a entrambi questi marchi mi ha fatto ricordare che proprio Gianfranco Castiglioni, alla data del 2009, ne era il proprietario a sua volta, tuttavia – francamente – dell’azione di Reviglio ho saputo quasi più nulla in tempi successivi al 2009, e anche della “Keplero”, l’unica informazione di mia conoscenza è di una Impresa che acquistava “…”; fin quando, presumo, la stessa Keplero è rimasta in vita.
E badate bene, non confondete la “Keplero” di Domenico Reviglio con la “Kepler Motors” di Toronto, Start Up del 2009 che dal 2014 produce, curiosità, Supercars elettriche. Ed alla fine di tutta questa “operazione della memoria” offerta nelle righe del mio pezzo, mi auguro che le richieste di informazioni sulla esatta consistenza e natura della “Isotta Fraschini” indicata nel “Terzo bando Attrattività” della Regione Emilia Romagna siano di supporto per la mia conoscenza, e per la gioia degli appassionati di belle auto. E se l’excursus che ho fatto sino a qui nelle righe di questa storia “a puntate”, ho voluto solo registrare le tante e travagliate vicende reperibili pubblicamente da tutti. Se invece mi concentro sull’annuncio del “Terzo Bando Attrattività” che prevede per la ri-nata Isotta Fraschini una produzione (of course…) di lusso e totalmente elettrica, permettemi solo – a corredo di tutto quello che ho sin qui scritto – di fare qualche riflessione in merito. Partendo da una considerazione: ha senso una produzione “Isotta Fraschini” full electric, oggi? Vorrei rispondere e argomentare nella terza e ultima parte di questa ricostruzione. Abbiate pazienza…