Ricarica per auto elettriche e idrogeno: Regolamento Ue subito

di Michele Crisci, presidente di Unrae
La crisi di mercato che stiamo attraversando offre l’occasione di voltare pagina e di riavviare la necessaria ripresa economica all’insegna dell’economia verde. Se con le vetture elettriche e i modelli sperimentali a idrogeno i produttori sono già pronti al cambiamento, non altrettanto si può dire delle istituzioni pubbliche: non si può puntare alla diffusione dei modelli elettrici se non c’è una adeguata rete di punti di ricarica”. La recente richiesta comune dei costruttori, degli ambientalisti e dei consumatori europei di un Regolamento Ue che fissi gli obiettivi di 1 milione di punti di ricarica entro il 2024 e 3 milioni entro il 2029, con mille stazioni a idrogeno nella stessa data, è il punto di partenza indispensabile per fare in modo che ricaricare un’auto elettrica sia facile come oggi fare il pieno di benzina.
L’Italia in questo campo è sempre in ritardo rispetto ai Major Markets europei: a gennaio le immatricolazioni di auto full electric e ibride plug-in sono state il 4,7% del totale, ben lontane dal 21,7% della Germania, l’11,6% della Francia e il 13,7% del Regno Unito. Un divario elevato che ritarda l’indispensabile ricambio del vetusto parco circolante e per il quale ci sentiamo di salutare la nascita del nuovo ministero della Transizione ecologica indicandogli la necessità di inserire la dotazione di infrastrutture di ricarica tra gli obiettivi primari del.
Ed è altrettanto urgente agire sul fronte delle auto aziendali, un comparto che in Italia nel 2020 rappresentava oltre il 36% del mercato, ma è fortemente svantaggiato sia da un regime fiscale penalizzante rispetto ai maggiori Paesi europei e alla vigente normativa Ue sulla detraibilità dell’Iva, sia dal mancato adeguamento dei valori di emissione al nuovo ciclo WLTP per l’applicazione dei fringe benefit.

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