Ricambi contraffatti, business da combattere che vale 13 miliardi
Non è solo un danno all’economia, quella che lavora in maniera seria e professionale. Ma rappresenta anche, e soprattutto, un grave pericolo perché il loro impiego inficia la sicurezza dell’automobile: di chi è a bordo e di chi si trova sul percorso del veicolo stesso. Per non parlare, poi, del rischio all’habitat circostante. Perché il loro utilizzo non è conforme alle norme in materia di rispetto ambientale. Sono i ricambi contraffatti. Le proporzioni del problema sono alquanto significative. Basti pensare che in Italia questa piaga genera un giro d’affari superiore ai 13 miliardi di euro. Per fortuna c’è chi la combatte. Oltre alla legge che punisce con il reato di ricettazione chi vende ricambi non originali, c’è l’operato delle forze del’ordine con controlli continui e capillari. Anche online dove i ricambi fotocopia potrebbero trovare maggiore espressione di movimento. Poi c’è il ruolo delle organizzazioni di categoria. Come AsConAuto. L’Associazione Nazionale Consorzi Concessionari Auto, presieduta da Fabrizio Guidi, è impegnata fattivamente dal 2001 nel combattere questo fenomeno con un’azione incisiva tesa allo sviluppo ed alla promozione del ricambio originale, sinonimo di qualità. “Sarebbe utile evitare – consiglia Guidi – di comprare prodotti troppo economici perché possono essere testimonianza di bassa qualità. E’ necessario inoltre rivolgersi sempre a venditori autorizzati che offrono le più opportune garanzie sui prodotti”. Senza dimenticare l’azione di controllo sulle etichette dei prodotti che si acquistano, verificando, nel contempo, la presenza delle indicazioni di origine, del marchio CE ed altro. “Infine – conclude – bisogna controllare che le confezioni e gli imballaggi siano integri con i dati del produttore”.
Stefano Belfiore