Riassetto nell’auto: il governo imiti la strategia tedesca

di Marco Bentivogli*

È stato dunque stato siglato il “combination agreement” vincolante tra Fca e Groupe Psa che porterà in circa 12-15 mesi alla fusione paritetica (50/50) dei rispettivi gruppi. L’accordo contiene le garanzie per tutti gli stabilimenti e la prosecuzione dei piani industriali già avviati.  Per l’Italia ciò rappresenta la conferma di 5 miliardi di euro per nuovi modelli e ibridazione ed elettrificazione di tutta la gamma.

È di grande interesse la svolta verso la partecipazione dei lavoratori per cui da tempo la Fim Cisl premeva sul vertice Fca. La fusione con Psa può essere veramente un’opportunità industriale per Fca al fine di colmare il gran ritardo sull’elettrico dove Psa è molto avanti con la sue piattaforme Cmp per le auto di segmento B e C e la piattaforma Emp2 per i Suv, uniche oggi in grado di competere con la forza della piattaforma Mqb utilizzata su tutte le versioni di Volkswagen.

In questo nuovo scenario globale di riassetto dei grandi produttori di auto, è necessario che il governo Italiano non faccia la parte dello spettatore ma, così come sta facendo il governo tedesco, investa risorse per creare  una nuova rete di infrastrutture in grado di traguardare l’elettrico nel 2026, scongiurando il rischio di essere il fanalino di coda d’Europa.

Un rappresentante dei lavoratori Psa e uno di Fca siederanno nel cda del gruppo e ciò rappresenta una svolta nelle relazioni industriali italiane. Nel nostro Paese, Manfrotto e pochissime altre azienda hanno una governance partecipata come le imprese del Nord-Europa. In Italia le imprese oscillano tra paternalismo e antagonismo e speriamo che questa novità rappresenti uno scossone per tutto il sistema industriale italiano.

*Segretario generale Fim-Cisl

 

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